Perché non sono felice???

Perché non sono felice? Come smettere di farsi questa domanda.


Don’t you know that Rome wasn’t built in a day?
Morcheeba
Chissà per quale motivo la stragrande maggioranza delle persone, e molto probabilmente tu ne farai parte,è convinta che la felicità sia come un interruttore della luce.
Sei insoddisfatto e infelice e continui a immaginare quanto più bella e più divertente possa essere la vita da felici e appagati. Ma vorresti svegliarti domattina e sentirti contento e spensierato, grazie a chissà quale miracolo accaduto mentre ti riposavi tra le braccia di Morfeo.
Non te la fai la domanda: “Cosa posso fare adesso per svegliarmi felice domani mattina?”
Ti limiti solamente a lamentarti della tua situazione attuale e continui ad invidiare le persone sorridenti, quelle che apparentemente sembrano piene di felicità e di gioia.

Io non sono felice, perché?

Sono pronto a scommettere che queste domande nella tua testa sono all’ordine del giorno:
“Loro non hanno tutti i problemi che ho io.”
“Vorrei vederli nella mia situazione, non riderebbero così tanto.”
“Sono proprio una persona sf…ta, capitano sempre tutte a me!”
“Io non sono felice ma se fossi nella loro situazione sarei la persona più contenta del mondo!”
Balle! Finiscila di fare la vittima e di prenderti in giro!
Per quanto ne sai i loro problemi potrebbero essere di gran lunga peggiori dei tuoi, ma magari loro li affrontano diversamente e con un altro spirito e probabilmente nella tua situazione si sentirebbero ancora più sollevati. Oppure tu, nella loro di situazione avresti già deciso di farla finita!
Smettila di guardare gli altri e di cercare scuse in loro per il tuo stato d’animo, non serve a niente se non a farti rimanere nella stessa situazione a vita.
Guarda piuttosto dentro di te e fatti delle domande giudicando solo te stesso. Potresti dire:
“Cosa posso fare per cambiare la mia situazione?”
“Se al momento non posso fare niente posso almeno fare il possibile per vivere questa situazione serenamente?”
“Come posso comportarmi diversamente per non ritrovarmi più in queste condizioni?”
“Ma è poi così vero che a me non capita mai niente di positivo?”

In primis l’approccio

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Questo è il vero e primo interruttore da premere. Se aspetti quello che si accende da solo di notte mi dispiace dirti che rimarrai al buio a vita…
L’atteggiamento mentale è di primaria importanza in qualunque cambiamento si voglia intraprendere. E quello per raggiungere la felicità o perlomeno un benessere è uno tra i più difficili.
Ma è possibile, e per farlo devi per prima cosa essere convinto di volerlo fare, e cominciare a pensarla come una cosa positiva. Per farti un esempio è molto meglio pensare “Che bello, oggi mi sento ancora più vicino alla meta” piuttosto che “Madò, ancora così tanta strada c’è da fare?!”
Sei nella stessa identica situazione e una frase non ti farà cambiare lo stato delle cose, ma ti farà averemolti più stimoli, ti farà sentire più sicuro di te, più realizzato e ti farà mantenere alto l’entusiasmoanche nel giorno successivo.
Un atteggiamento invece ostile e rinunciatario ti farà solamente del male, perché ti darà una scusante al tuo far niente, tanto, manca ancora così tanto che anche se non faccio niente oggi non cambierà niente, giorno più giorno meno…
Fai uscire dalla tua testa quell’odioso “oggi non sono felice” e fallo diventare un “domani sarò più felice!”.
Sii propositivo, sii positivo, sii entusiasta, sii ottimista. Comincia ad annotare in un’agendina tutti i tuoi, anche minimi, successi e cerca di dimenticare tutti gli insuccessi. Scrivi anche che sei riuscito ad alzarti con la prima sveglia, a non esagerare con il cibo, a rispondere nel modo corretto alla domanda del capo ecc,ecc..
Scrivi tutto quello che ti succede di positivo e non appena hai un momento di debolezza rileggi tutto quello che sei riuscito a fare nei giorni precedenti. Rimarrai sorpreso nel vedere e nel ricordare di quanti piccoli successi è formato un solo giorno e questo ti darà la spinta necessaria per continuare per la strada giusta.

Ci vuole tempo

Quante volte ti sei detto: “Ora sono stanco. Devo fare qualcosa, domani vado ad iscrivermi in palestra!”
E quante altre volte ti sei detto: Non sono felice per niente, quanto vorrei che le cose cambiassero!”
E adesso te la faccio io una domanda: “Perché quando pensi alla palestra dai per scontato che per arrivare a determinati risultati hai bisogno di molto tempo, costanza, dedizione e sudore e quando invece pensi alla felicità pretendi che arrivi con uno schiocco di dita?”
La canzone dei Morcheeba citata in aperture ne è l’esempio. Roma non è stata costruita in un giorno. Una foresta non cresce in un giorno. Un bambino non nasce in giorno. La forma fisica non si raggiunge in un giorno. Per tutte le cose meravigliose ci vuole tempo. Quanto? Dipende. Ma sicuramente più sarà il tempo e più sara la soddisfazione!
Tutto si costruisce con il tempo, passo dopo passo e anche la serenità ne fa parte. Prova a pensare a quando andavi a scuola e se ancora ci vai pensa alle scuole elementari. Che bei momenti, vero? E com’è volato il tempo, sembra ieri…
Ma ti ricordi veramente bene quel periodo? Ti ricordi di come ti svegliavi ogni mattina con le scatole girate perché avresti preferito star sotto le coperte? E quando volevi giocare o divertirti il pomeriggio invece eri costretto a fare i compiti? E tutte quelle volte che sei dovuto tornare dicendo ai tuoi genitori che avevi preso una nota? Ok, magari questo ultimo punto è un po’ troppo autobiografico…
Non era per niente bello andare a scuola! Eppure adesso, a distanza di anni, quasi tutti dicono che ci tornerebbero volentieri e che rimpiangono quei bei tempi.
E’ lo stesso con la felicità. Non ti sveglierai mai la mattina sentendoti felice, potrai alzarti e sentirti (come piace definirlo a me) leggero, spensierato, contento, appagato ma non felice.
Ci si rende conto di un periodo felice solo quando si pensa al passato, mai mentre lo si sta vivendo. Ma si può sicuramente fare il possibile affinché un giorno, ripensando ad oggi o a domani si possa dire: “In quel periodo ero proprio felice!”

NAO SOU FELIZ

Não espere resolver todos seus problemas para ser feliz - 


"Mesmo que você esteja passando por uma fase complicada em sua vida, não espere resolver todos os seus problemas para ser feliz. Mesmo no meio da maior tempestade do mundo, dedique algum tempo à reposição de energias. Sei que isso pode ser um pouco difícil, porque a sua mente vai se concentrar totalmente na resolução do problema, mas tenha certeza de que tomar fôlego será fundamental para ter mais força de enfrentar essa adversidade.
É essencial arejar a cabeça quando estamos trabalhando no
meu processo de escrever um livro, às vezes não consigo criar um texto que transmita o que quero dizer.
Quando o meu lado teimoso insiste em continuar mesmo sem concentração, o resultado é lastimável. Escrevo páginas e páginas e depois de tanto trabalho jogo tudo fora. Então o juízo volta e eu paro para ouvir uma música, brincar com as crianças, tomar um chá e quando volto ao computador o texto sai em alguns minutos.
Se esse bloqueio surge em um processo relaxado como o de escrever um livro, sem prazo de entrega, imagine o que acontece com quem tem de lidar com a falência de sua empresa.
Por mais difícil que seja a situação, faça sempre alguma coisa para aquecer seu coração. Muitas pessoas pensam que devem brincar com os filhos, porque eles estão sentindo a falta do pai. Pense de outra maneira. Perceba que você também está sentindo falta das crianças e que brincar com elas será muito bom para aquecer sua alma e lhe dar mais força para superar os obstáculos.
Olhe para os lados e procure no seu dia-a-dia os momentos que a vida lhe oferece para ser feliz, mesmo que essas oportunidades se apresentem na forma de algo simples como um pão quentinho com manteiga e um café com leite na padaria da esquina.
Talvez você tenha perdido o dinheiro que lhe dava condições de viajar na primeira classe para todos os lugares do mundo. Talvez você não tenha mais condições de jantar nos restaurantes sofisticados aos quais estava acostumado. Se estiver aberto para ser feliz, porém, certamente encontrará formas mais simples, mas não menos alegres, de curtir a vida.
Lembre-se de que as coisas mais importantes da vida são de graça: um abraço do seu filho, o olhar da pessoa amada, um beijo carinhoso do seu pai, o almoço caprichado da mãe. Tudo isso é de graça.
Muitas pessoas que perderam o dinheiro deixaram de lado as oportunidades de ser felizes por incapacidade de perceber que ainda continuavam muito ricas apesar da perda dos bens materiais.
Mesmo diante dos maiores dramas, não desperdice a oportunidade de curtir o sorriso do seu filho, um abraço carinhoso da mulher amada, uma conversa com seu melhor amigo. E, se nada disso estiver disponível neste momento - digamos que você esteja num país distante resolvendo alguma dificuldade -, vá curtir o pôr-do-sol, o céu estrelado ou uma noite de luar.
Se você estiver com insônia, tome um banho bem gostoso e veja o dia amanhecer. Lembre-se: todos os problemas têm solução! Mas algumas delas podem ser demoradas. Portanto, enquanto você resolve suas dificuldades, não deixe de viver.
Sua vocação é estar junto das estrelas, pois você é uma delas e a sua luz interior é mais intensa do que a luz de milhões de sóis reunidos. Esse problema que você está vivendo é simplesmente uma nuvem no seu caminho ao infinito. Acredite em você e tenha fé na sua vitória que, com toda a certeza, amanhã ela chegará. A fé é o melhor alimento dos campeões.
Ter fé é acreditar na vida mesmo quando tudo é adverso. Ninguém precisa de fé quando tudo está dando certo!
Ter fé é acreditar que a luz brilhará mesmo na escuridão mais tenebrosa. Ninguém precisa de fé quando o horizonte está totalmente aberto.
Ter fé é acreditar na sua capacidade mesmo no meio de uma sucessão de derrotas. Ninguém precisa de fé nas vitórias, porque elas são a própria realização da fé que você teve quando começou um projeto.
Ter fé é acreditar que Deus está sempre ao seu lado mesmo nos momentos de maior angústia, pois o verdadeiro pai não é aquele que faz a prova para o filho, mas o que torce por suas conquistas.
Ter fé é fazer o seu sonho acontecer mesmo quando todas as pessoas em sua volta não apostam um centavo em você.
Tenha fé em qualquer circunstância!
Acredite sempre na sua capacidade de virar o jogo e tenha certeza de que o universo nunca o abandonará.
E lembre-se: por pior que seja o dia de hoje, sempre existe um amanhã!"
Roberto Shinyashiki

A FLOR E A NÁUSEA, ROSA DO POVO

A FLOR E A NÁUSEA, ROSA DO POVO, CARLOS DRUMMOND DE ANDRADE

Preso à minha classe e a algumas roupas,
vou de branco pela rua cinzenta.
Melancolias, mercadorias espreitam-me.
Devo seguir até o enjôo?
Posso, sem armas, revoltar-me?



Olhos sujos no relógio da torre:
Não, o tempo não chegou de completa justiça.
O tempo é ainda de fezes, maus poemas, alucinações e espera.
O tempo pobre, o poeta pobre
fundem-se no mesmo impasse.



Em vão me tento explicar, os muros são surdos.
Sob a pele das palavras há cifras e códigos.
O sol consola os doentes e não os renova.
As coisas. Que tristes são as coisas, consideradas sem ênfase.



Vomitar esse tédio sobre a cidade.
Quarenta anos e nenhum problema
resolvido, sequer colocado.
Nenhuma carta escrita nem recebida.
Todos os homens voltam para casa.
Estão menos livres mas levam jornais
e soletram o mundo, sabendo que o perdem.



Crimes da terra, como perdoá-los?
Tomei parte em muitos, outros escondi.
Alguns achei belos, foram publicados.
Crimes suaves, que ajudam a viver.
Ração diária de erra, distribuída em casa.
Os ferozes padeiros do mal.
Os ferozes leiteiros do mal.



Pôr fogo em tudo, inclusive em mim.
Ao menino de l9l8 chamavam anarquista.
Porém meu ódio é o melhor de mim.
Com ele me salvo
e dou a poucos uma esperança mínima.



Uma flor nasceu na rua!
Passem de longe, bondes, ônibus, rio de aço do tráfego.
Uma flor ainda desbotada
ilude a polícia, rompe o asfalto.
Façam completo silêncio, paralisem os negócios,
garanto que uma flor nasceu.



Sua cor não se percebe.
Suas pétalas não se abrem.
Seu nome não está nos livros.
É feia. Mas é realmente uma flor.


Eterno desejo de ser feliz!

Eterno desejo de ser feliz...

 (P. Jorge Ribeiro, setembro de 13)

Quero ser feliz.  Mas por que e para que?
O que é ser feliz? Tenho consciência se isso é sonho ou desejo?
Quando me foge um problema aparece outro..., que agonia!
Quando me esvai uma dor chega outra... , que perplexidade!
Quando pago uma conta é já tempo da outra... , que raiva!
Quando elimino uma preocupação averigua-se outra... , que agitação!
Os momentos de contentamento são fugazes e nada repetíveis... , tristeza!
Agora estou bem e depois já nem sei o que me acontecerá... , incertezas!
Reflito que tudo passará, mas sempre se ajunta mais coisas... , medo!
Preencho os espaços vazios com ilusões e fumaças que se desvinculam...
Todo momento é ameaçado pelo futuro... , ceticismo!
As decisões são tomadas em base ao que precisa ser feito... , conveniência!
Um vazio corrói e as entranhas balbuciam por realização... , quereres!
O mundo externo exige e pede sempre uma adequação... , socialização?
A solidão não dá espaço para serenidade completiva... , encantos!
Eterna mania de querer ser sempre o mesmo... , mas tudo escorre!
Eterno desejo de mudar continuamente... , crescimento!
Perpétua indecisão entre o aparecer e o que realmente se é... , fraquezas!
Maldita medida que se revela desmedida... , serenidade!
Paranóia infinita de querer ser autêntico..., fracassos!
Busca incessante de uma razão plausível... , porquês!
Respostas insuficientes de exigências mais conturbadas... , angústia!
Afagos e suspiros de ideais que se revelam intransponíveis... , absurdo!

Martelador e  eterno desejo de ser feliz! Sou eu!!! 

La ferita e la volontà di viver


La ferita e la volontà di vivere, di Liz Greene

 


"Apollon", Agosto 1999
Da quando Chirone fu scoperto, nel 1977, gli astrologi hanno esplorato i suoi significati e, ascoltando le nuove storie che risuonavano dall'antico mito, hanno raggiunto una certa comprensione del suo impatto in quanto archetipo. Ora, dopo più di vent'anni, Liz Greene considera Chirone come essenziale per approfondire e comprendere la consapevolezza solare; poiché, al fine di vivere la vita pienamente, bisogna confrontarci con la parte in noi che sceglierebbe piuttosto la morte.La volontà di vivere è un grande mistero. Ogni medico con esperienza di malattie mortali sa che la volontà di vivere può influenzare il benessere sia fisico che psichico e che la sopravvivenza spesso deriva dal desiderio del malato di vivere piuttosto che dalla somministrazione di farmaci. In alcuni casi il desiderio di vivere può non essere quello che spesso si dichiara di avere: possiamo urlare che abbiamo voglia di vivere ma, da qualche parte, dentro di noi vogliamo solo "andare a casa" e questa sete di oblio può essere più potente di qualsiasi conscia dichiarazione di intento a "star meglio". Molte persone reagiscono ai problemi e ai dolori con risposte creative, trasformando così le loro prospettive e perfino a volte le stesse circostanze di vita. Altri diventano amareggiati, disperati, ritrovandosi a vivere in un mondo grigio e a perdere addirittura la voglia di vivere. Nella cerchia di coloro che hanno gettato la spugna non ci sono solo i suicidi consapevoli ma anche persone che hanno architettato morti "accidentali" che, sebbene inconsciamente, sono nutrite da un potente desiderio di porre fine alla loro sofferenza e infelicità. Comportamenti autodistruttivi non riguardano solo l'ovvio gesto della bottiglietta di pillole o del taglio delle vene. E non c'e' una formula facile per determinare perché alcuni individui superano le sfide della vita, nonostante gravi disgrazie e handicap, mentre altri girano le spalle al futuro anche laddove la fortuna li favorisce. In più, la perdita della volontà di vivere non sempre produce l'autodistruzione. Può trasformarsi sia nella voglia di distruggere gli altri che - ad un livello profondo e inaccessibile - in una proiezione della vittimizzazione e disperazione sugli altri che dà all'individuo l'illusione di essere sufficientemente forte e in pieno controllo della propria vita. Così coloro che segretamente hanno perso la volontà di vivere cercano, in extremis, di sottrarre gioia agli altri, trovando così un capro espiatorio da relegare insieme a tutta la loro disperazione. Come altri misteri, questo può avere la sua origine nell'enigma inerente al carattere individuale ed il cielo natale può fornirci molti spunti sui modelli che formano quel carattere. Come con qualsiasi altra polarità insita nella vita, noi astrologi abbiamo bisogno di esaminare la polarità dei pianeti. La polarità Speranza/Disperazione può essere illustrata attraverso il simbolismo della polarità di Sole/Chirone.
Non credo che si può comprendere uno di questi due pianeti se non consideriamo contestualmente il significato dell'altro. Anche quando non sono in aspetto in un cielo natale, sono sempre comunque presenti e formano una energia dinamica all'interno della personalità. Anche se un aspetto diretto in genere enfatizza questa dinamica, diventando spesso il centro del viaggio individuale, la polarità esiste a priori in ognuno di noi. Tutti i pianeti, fino a Saturno incluso, servono come sviluppo all'ego individuale, simboleggiato al suo meglio dal Sole. Potremmo infatti anche dire che i pianeti personali "servono" il Sole come centro della propria individualità. Chirone però si trova nell'interfaccia tra Saturno ed i pianeti esterni e media perciò quelle istanze collettive che violano e feriscono l'individuo. Per sua natura, le implicazioni collettive di Chirone significano qualcosa di collettivamente "non curabile", perché è proprio la ferita ad essere collettiva e ancestrale. Per sua natura, il Sole riflette il significato e lo scopo della vita individuale ed entrambi sono strettamente connessi al desiderio di vivere e di diventare se stessi. Ognuno di questi pianeti ha bisogno dell'altro, ma se l'equilibrio pesa molto più su uno è inevitabile che si manifestino alcune difficoltà psicologiche. Le parole chiave qui di seguito possono essere d'aiuto nella comprensione della relazione Sole-Chirone. Approfondirò prima queste per poi esaminare cosa può accadere quando il Sole lavora contro Chirone e infine illustrare cosa può succedere quando i due lavorano insieme. Dopo questa breve valutazione dei due pianeti, potrà essere d'aiuto l'esempio di un cielo natale per illustrare le dinamiche misteriose tra Sole e Chirone.

Desejo de viver

DESEJO DE VIVER


Neste período que estive afastada para colocar minha vida nos trilhos, pude contar cm o aopio de amigos muito especiais. E embora os trilhos ainda não estejam em seu devido lugar, volto aos poucos a interagir aqui no dihitt......e olha que estou voltando num dihitt bem novinho......


Quero agradecer a tantos amigos que permaneceram junto comigo, amigos que sempre me mandavam mensagens e nelas me enviavam força, muita força, amigos como o Sérgio Marcondes, Vera (eu mulher), Sissym, Jackie, meu amigo Diego que tantas vezes soube me dar força, Regina Bonelli, Geraldo, Lisson, Joselito, Princípe, Josy Nunes,Maria Marçal, enfim a todos que me enviaram força e torceram por mim.

Mas gostaria de em especial, agradecer ao meu primo querido o José Felipe, que sempre me mandava força através dos seus recados e a minha amiga Márcia Cânedo, que tantas vezes me leu no msn com toda a paciência.


Lugar de sonho
Desejo de viver
Sonhar com teu ser
E ser teu sonho...


No espaço da imaginação
Desocupa-se o coração
Para dar vazão a tua recordação...
Tantos planos na esfera de duas vidas
Que no ocaso do destino
Desune-se os elos da corrente...




Viajar além do espaço físico
Para te encontrar no plano maduro do espírito...
Reluzir sempre
A luz do teu semblante
Eternamente enamorado...

Ser forte não é somente sorrir
É também se permitir chorar
Para logo depois
Refazer a luminosidade de saber
Que estais dentro de mim
Gerando ações e realizações


E germinando assim
O filho do meu ventre
Que foi teu maior desejo de amor....




Valéria Braz

LA VITA SOLITARIA

Giacomo Leopardi
La vita solitaria


La mattutina pioggia, allor che l'ale
Battendo esulta nella chiusa stanza
La gallinella, ed al balcon s'affaccia
L'abitator de' campi, e il Sol che nasce
I suoi tremuli rai fra le cadenti
Stille saetta, alla capanna mia
Dolcemente picchiando, mi risveglia;
E sorgo, e i lievi nugoletti, e il primo
Degli augelli susurro, e l'aura fresca,
E le ridenti piagge benedico:
Poiché voi, cittadine infauste mura,
Vidi e conobbi assai, là dove segue
Odio al dolor compagno; e doloroso
Io vivo, e tal morrò, deh tosto! Alcuna
Benché scarsa pietà pur mi dimostra
Natura in questi lochi, un giorno oh quanto
Verso me più cortese! E tu pur volgi
Dai miseri lo sguardo; e tu, sdegnando
Le sciagure e gli affanni, alla reina
Felicità servi, o natura. In cielo,
In terra amico agl'infelici alcuno
E rifugio non resta altro che il ferro.
Talor m'assido in solitaria parte,
Sovra un rialto, al margine d'un lago
Di taciturne piante incoronato.
Ivi, quando il meriggio in ciel si volve,
La sua tranquilla imago il Sol dipinge,
Ed erba o foglia non si crolla al vento,
E non onda incresparsi, e non cicala
Strider, né batter penna augello in ramo,
Né farfalla ronzar, né voce o moto
Da presso né da lunge odi né vedi.
Tien quelle rive altissima quiete;
Ond'io quasi me stesso e il mondo obblio
Sedendo immoto; e già mi par che sciolte
Giaccian le membra mie, né spirto o senso
Più le commova, e lor quiete antica
Co' silenzi del loco si confonda.
Amore, amore, assai lungi volasti
Dal petto mio, che fu sì caldo un giorno,
Anzi rovente. Con sua fredda mano
Lo strinse la sciaura, e in ghiaccio è volto
Nel fior degli anni. Mi sovvien del tempo
Che mi scendesti in seno. Era quel dolce
E irrevocabil tempo, allor che s'apre
Al guardo giovanil questa infelice
Scena del mondo, e gli sorride in vista
Di paradiso. Al garzoncello il core
Di vergine speranza e di desio
Balza nel petto; e già s'accinge all'opra
Di questa vita come a danza o gioco
Il misero mortal. Ma non sì tosto,
Amor, di te m'accorsi, e il viver mio
Fortuna avea già rotto, ed a questi occhi
Non altro convenia che il pianger sempre.
Pur se talvolta per le piagge apriche,
Su la tacita aurora o quando al sole
Brillano i tetti e i poggi e le campagne,
Scontro di vaga donzelletta il viso;
O qualor nella placida quiete
D'estiva notte, il vagabondo passo
Di rincontro alle ville soffermando,
L'erma terra contemplo, e di fanciulla
Che all'opre di sua man la notte aggiunge
Odo sonar nelle romite stanze
L'arguto canto; a palpitar si move
Questo mio cor di sasso: ahi, ma ritorna
Tosto al ferreo sopor; ch'è fatto estrano
Ogni moto soave al petto mio.
O cara luna, al cui tranquillo raggio
Danzan le lepri nelle selve; e duolsi
Alla mattina il cacciator, che trova
L'orme intricate e false, e dai covili
Error vario lo svia; salve, o benigna
Delle notti reina. Infesto scende
Il raggio tuo fra macchie e balze o dentro
A deserti edifici, in su l'acciaro
Del pallido ladron ch'a teso orecchio
Il fragor delle rote e de' cavalli
Da lungi osserva o il calpestio de' piedi
Su la tacita via; poscia improvviso
Col suon dell'armi e con la rauca voce
E col funereo ceffo il core agghiaccia
Al passegger, cui semivivo e nudo
Lascia in breve tra' sassi. Infesto occorre
Per le contrade cittadine il bianco
Tuo lume al drudo vil, che degli alberghi
Va radendo le mura e la secreta
Ombra seguendo, e resta, e si spaura
Delle ardenti lucerne e degli aperti
Balconi. Infesto alle malvage menti,
A me sempre benigno il tuo cospetto
Sarà per queste piagge, ove non altro
Che lieti colli e spaziosi campi
M'apri alla vista. Ed ancor io soleva,
Bench'innocente io fossi, il tuo vezzoso
Raggio accusar negli abitati lochi,
Quand'ei m'offriva al guardo umano, e quando
Scopriva umani aspetti al guardo mio.
Or sempre loderollo, o ch'io ti miri
Veleggiar tra le nubi, o che serena
Dominatrice dell'etereo campo,
Questa flebil riguardi umana sede.
Me spesso rivedrai solingo e muto
Errar pe' boschi e per le verdi rive,
O seder sovra l'erbe, assai contento
Se core e lena a sospirar m'avanza.

A beleza da vida



 
 
 
A BELEZA DA VIDA 
 
 
 
Momentos variados são fundamentais
para crescer e aprender,
que a vida é feita de etapas.
partes necessárias para que
o todo se complete...
E nessa trajetória,
tenha sempre na memória:
- sendo criatura,
não esqueça O Criador,
humana, não perca a humildade;
 emoção, seja a sensibilidade
e sendo amor, seja um só,
sublime, intenso e verdadeiro!
Abrace o mundo com garra e graça,
trace sua estrada com determinação
e não esmoreça ou se desvie
com os obstáculos do caminho.
Ouça a voz do coração,
mas não esqueça o som da razão.
A beleza da vida está contida
em simples detalhes,
nos pequenos gestos,
num sorriso franco e sincero.
Na arte de fabricar sonhos
sem fugir da realidade.
No olhar transparente
que revela sem receio,
o que pensa e sente
a alma nua,
onde a luz flui,
naturalmente...
 
 
*** 
PARA LAÍS
 
***
04/06/2006 
Anna Peralva

CULTURA E NOVAS RELIGIÕES

CULTURA E NOVAS RELIGIÕES



            As últimas palavras do Senhor Ressuscitado a seus discípulos se referem à missão que deve estender-se  até os confins do mundo: "Ide pelo mundo inteiro e fazei discípulos a todas as gentes, batizando-as ... e ensinando-as a guardar tudo o que eu os mando" (Mt 28,19; At 1,8). O cristianismo entrou no mundo tendo consciência de sua missão universal.  Os que acreditaram em Jesus Cristo souberam desde o primeiro momento que tinham o dever de transmitir sua fé a todas as  gentes; viam na fé um bem que não lhes pertencia unicamente a eles, mas que todos  tinham o direito a ela. Não levar o recebido até o último canto do mundo seria uma enorme falta de responsabilidade. O  ponto de partida do universalismo cristão não esteve baseado na ambição de poder, mas na certeza  de ter recebido o conhecimento que salva e o amor que redime, e isso todos os homens tem direito e espera no mais profundo de seu ser. Assim o cristianismo teve a necessidade interna de entrar em outras culturas, outros povos, outras religiões.
            A cultura  é a expressão coletiva  e historicamente desenvolvida dos conhecimentos e valores que marcam a vida de uma comunidade.
a)      a cultura tem a ver com  conhecimentos e valores. É uma tentativa de compreender o mundo e a existência do homem dentro dele.
b)      A cultura, em sentido clássico,  compreende a superação do visível, do aparente,  e é por isso, no seu núcleo, uma porta aberta para o divino. Na cultura cada um se supera a si mesmo  para poder descobrir-se parte de um sujeito coletivo maior.
c)      A comunidade avança com o tempo,   e, por isso,  a cultura tem a ver com a história. A cultura se desprega ao longo  de seu  caminho mediante o  encontro  com uma nova realidade e a elaboração de um novo  conhecimento.
A cultura moderna se caracteriza pela centralidade do homem; os valores da personalização, da dimensão social e da convivência; a absolutização da razão, cujas conquistas científicas e tecnológicas e informáticas têm satisfeito muitas das necessidades do homem, já que têm buscado uma autonomia diante da natureza, a que domina; frente à história, cuja construção ele assume; e ainda frente a Deus, do qual se desinteressa ou resume à consciência pessoal, privilegiando a ordem temporal exclusivamente.
Desafios da cultura moderna aos quais temos que enfrentar:
ð  ruptura entre fé e cultura
ð  escassa consciência da necessidade de uma inculturação para a evangelização
ð  incoerência entre os valores do povo e as estruturas sociais
ð  o vazio ético e o individualismo reinante
ð  o poder massivo dos meios de comunicação
ð  a escassa presença da Igreja no universo das culturas
ð  a nova cultura urbana, com suas variadas expressões e valores.
 Linhas pastorais a serem seguidas:
ð  apresentar Jesus como modelo de toda atitude pessoal e social e como resposta aos problemas que afligem à culturas modernas: mal, morte, falta de amor;
ð  intensificar o diálogo  entre fé e ciência, fé e expressões, instituições, que são grandes âmbitos da cultura moderna.
ð  Cuidar dos sinais e da linguagem cultural que assinalam a presença cristã pois ajudam a introduzir o Evangelho no coração das culturas.

O PLURALISMO RELIGIOSO COMO DESAFIO E CHANCE


            A situação inédita do atual pluralismo religioso, observada em várias partes do mundo, ainda que com intensidades variadas e matizes próprios, vem sendo estudada a partir das mais diversas óticas.  Ao abordá-la desde uma perspectiva católica reconhecemos de antemão o valor central e único dos dados constitutivos da fé cristã para nossa análise e reflexão. De fato foi a fé cristã que desencadeou e acompanhou, apontando-lhe campos de interesse e oferecendo-lhe marcos doutrinais e critérios de valor.
            A Igreja Católica e a diversidade religiosa: a multiplicidade de religiões, tão antiga como a própria humanidade, está atingindo nos últimos tempos a Igreja no Brasil. O catolicismo vê-se rodeado de "concorrente" numa incômoda situação parecendo um <>. Este fato pegou a Igreja como que despreparada, devido a hegemonia dos tempos anteriores, suscitando insegurança, indiferença religiosa, êxodo para outras crenças. Aparecem fenômenos tom sagrado, esotérico, como "New Age", provocando confusão, já que usam símbolos cristãos. O grande número de pessoas que não sabem bem o que quer e freqüentam mais de uma religião. As nossas influências européias, ameríndios, afro-americanos, elementos do Vat. II, Renovação e da Teologia da Libertação. Estamos diante de um desafio inédito.
1)      Marcos teóricos para as opções pastorais: recuperar a consciência da atual situação através de esclarecimento entre fé e religião, do primado da experiência salvífica com Cristo e reconhecer o valor salvífico das religiões (diálogo inter-religioso). 
2)      O atual contexto sócio-religioso: a sociedade moderna é pluralista, com multiplicidade de fontes de sentido,  de leituras da realidade, concorrendo entre si, relativizando-se e enfraquecendo-se mutuamente. As mudanças que hoje ocorrem são rápidas e extensas. Assim, os símbolos e ritos perdem a sua ligação com as instituições  e sem raiz em grupos e comportamentos específicos, não mais expressam a vida da comunidade de fé. O homem experimenta uma necessidade de "crer", mas tudo é relido na perspectiva subjetiva  e afetiva, caracterizando a produção religiosa da modernidade. Rotula-se de religião os mais contraditórios fenômenos; terapias psicológicas, expansão da mente, técnicas de meditação, libertação interior, integração com a natureza e com o cosmo. O atual fenômeno religioso tende a acentuar uma leitura funcional das religiões, a saber, o que elas proporcionam ao homem e à sociedade. A religião não deve depender da demanda da clientela, pondo em risco sua identidade e sua verdade, ao adaptar interesseiramente seus conteúdos e sua práticas visando à conquista de um público maior.
3)      Que ação pastoral?: (CNBB 62, 68,69  e 71)  - Colocar a experiência salvífica no encontro com Jesus Cristo como objetivo prioritário da ação da Igreja; as mudanças devem visar a pessoa humana, por quem Jesus deu sua vida, mas ainda precisa   de uma experiência plenificante deste amor de Deus; enraizar as expressões cristãs na vida cotidiana dos  contemporâneos; eliminar a   distância entre fé e vida;   incentivar comunidades  de convivência cristãs; trabalho de formação cristã,  por meio de uma autêntica conversão pessoal. Valorizar o referencial católico no que há de específico. Amor à Eucaristia, devoção à Nossa Senhora, apreço pela pessoa do Papa. Somente uma fé encarnada na vida cotidiana, por meio da experiência salvífica com Jesus Cristo pode nos fazer superar a confusão religiosa da atualidade.





“Ide pelo mundo inteiro e anunciai a Boa-Nova a toda a criatura!” (Mc 16,15).


A Igreja existe para evangelizar. Em meio às alegrias e esperanças, tristezas e angústias do ser humano de cada tempo, notadamente dos que sofrem (cf. GS, n. 1), ela anuncia, por palavras e ações, Jesus Cristo, Caminho, Verdade e Vida (cf. Jo 14,6).
Para cumprir sua missão, a Igreja, impulsionada pelo Espírito Santo, acolhe, reza a Palavra que salva, escuta os sinais dos tempos, revê práticas pastorais e discerne objetivos e caminhos.
As Diretrizes Gerais da Ação Evangelizadora, a expressão desta incessante atividade missionária da Igreja no Brasil, são a tentativa de escutar os sinais dos tempos e os desafios que neles se manifestam.
As Diretrizes aprovadas na 49ª Assembleia dos Bispos do Brasil desejam ser uma resposta aos desafios que emergem em nosso tempo de transformações radicais na totalidade da existência, que, às vezes, geram perplexidade, ameaçam a vida em suas diversas formas e levam o ser humano a se afastar dos valores do Reino de Deus.
As Diretrizes apontam um desafio imenso, pois, em cada indicação, pedem o esforço de não nos assustarmos diante das transformações, mas, confiantes no Crucificado-Ressuscitado que tudo venceu, olharmos para o Horizonte novo, assumindo corajosamente o que a graça de Deus nos pede para os dias de hoje.
Assim, voltados para o Senhor (Cap. 1), as Diretrizes não tiram os pés do chão da realidade (Cap. 2). Ao contrário, identificam as urgências (Cap. 3) e propõem caminhos para seu enfrentamento (Cap. 4). Em espírito de comunhão, oferecem, por fim, indicações para que as urgências sejam concretizadas nos planejamentos das Igrejas particulares (Cap. 5).
São cinco as urgências apontadas: Igreja em estado permanente de missão; Igreja: casa da iniciação cristã; Igreja: lugar de animação bíblica da vida e da pastoral; Igreja: comunidade de comunidades; Igreja a serviço da vida plena para todos. Elas indicam um modo pedagógico de expressar um único e grande passo ao qual toda a Igreja é chamada em nossos dias: reconhecer-se em estado permanente de missão. Isso implica o anúncio e o re-anúncio de Jesus Cristo, possibilitando aos que não O conhecem ou que d’Ele se afastaram ouvir o núcleo da Boa Nova da Salvação. Aproximar Jesus Cristo do coração de pessoas e grupos implica, por sua vez, aproximar também a comunidade dos discípulos missionários, construindo e fortalecendo uma intensa rede de comunidades cada vez mais próximas dos lugares onde as pessoas vivem, se alegram e sofrem. Em tudo isso, a Igreja no Brasil se reconhece comprometida com a vida, em todas as suas manifestações, especialmente a vida ameaçada.
Como partes de um único passo, as urgências necessitam ser assumidas em seu conjunto, não cabendo, durante os planejamentos locais, a escolha de uma ou outra. Todas são igualmente urgências. Optar por algumas e postergar outras significa afetar o conjunto.
As Diretrizes são um convite para que toda pessoa batizada, como discípula-missionária, assuma o mandato de Jesus Cristo: “Ide pelo mundo inteiro e anunciai a Boa-Nova a toda a criatura!” (Mc 16,15). Elas poderão testemunhar a Boa-nova na medida em que cada Igreja Particular visibilizar as Diretrizes através dos planejamentos pastorais, do plano pastoral.
Através das cinco urgências, a Igreja do Brasil caminhará na mesma direção. Nos planejamentos locais, a partir das
Diretrizes, as urgências se concretizarão em cada um dos específicos contextos. Ficam, assim, respeitadas duas características
indispensáveis da Igreja: a unidade e a diversidade.
Nestes tempos em que ainda estamos aprendendo a saborear as riquezas da Conferência de Aparecida, celebrando o Jubileu de Ouro do Concílio Vaticano II e nos preparando para o Sínodo sobre a Nova Evangelização, reafirmamos que estas Diretrizes foram elaboradas no desejo de que, cada vez mais, se creia que Jesus é o Cristo, o Filho de Deus, e para que, crendo, se tenha a vida em seu nome (cf. Jo 20,31).
Quer no acolhimento destas Diretrizes, quer nos planejamentos subsequentes, haveremos de reconhecer que o ponto de partida será sempre o testemunho: “O homem contemporâneo escuta com melhor boa vontade as testemunhas do que os mestres; ou, então, se escuta os mestres, é porque eles são testemunhas”.
Sejamos, pois, testemunhas do Ressuscitado. É para isso que Ele nos envia.

Pra se pensar ....

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Desespero anunciado Para que essa agonia exorbitante? Parece que tudo vai se esvair O que se deve fazer? Viver recluso na pr...