Natal de novo

É quase natal: a pergunta fatídica: o que fizemos de bom e coisa esse Evento melhorou na humanidade?

Aqui no Norte do Mundo, onde se celebra o Natal dentro da Neve, corre-se o risco que o gelo do tempo caia também nos corações. A paisagem é bela, sugestiva e transmite uma ar de nostalgia do paraíso edêmico...
É a vida que si diversifica para caminharmos todos à luz. FELIZ NATAL. BUON NATALE!!!

Natal e gelo

É natal

APROXIMA-SE A FESTA DA VIDA, DA INCARNAÇÃO DE DEUS DENTRO DA HUMANIDADE, DEUS ENTRA NA HISTORIA DO HOMEM, POIS JESUS É DEUS FEITO HOMEM, O DEUS QUE NOS SALVA, OU SEJA, A NATUREZA HUMANA É ASSUMIDA PELA DIVINA PESSOA DO FILHO. EM JESUS A TERRA DÁ O SEU FRUTO BENDITO, É O ENCONTRO ENTRE CÉU E TERRA. É NATAL A FESTA DA ALEGRIA, DO PERDÃO, DA SALVAÇÃO. DEIXEMO-NOS GUIAR PELA MÃO DO EMMANUEL QUE VEM AO NOSSO ENCONTRO.

Dubitare o credere tutto

Dubitare di tutto o credere tutto sono due soluzioni egualmente comode che ci dispensano, l’una come l’altra, dal riflettere(Henri Poincaré, La scienza e l’ipotesi, 1902). La persona che prende la propria vita nelle mani e cerca di dare senso alla propria esistenza, non può dubbitare di tutto, perche ci sono realtà che sono certe e che ci fa sperimentare un significato; ma non si può nemmeno credere tutto, così si entrerebbe ad un stato di anestesia generale, senza animo e senza ragione per continuare....
L'uomo saggio è quello che non cerca sicurezza, ma ricerca la verità, non per possederla, ma per andare oltre a sè stesso....

Sardenha

Passei um pedaço das férias desse ano 2010. Uma experiência maravilhosa e irrepetível: a paisagem, o clima, os costumes, as pessoas, tudo nessa área da Italia evoca paixão, alegria e energia. As praias sao fantásticas, com um mar verde e trtansparente que faz um encontrar ainda melhor com o Criador. Foi uma das melhores férias da minha vida, uma coisa realmente interessante. Espero repetir essa fantástica viagem. Deus seja louvado!!!!

VACANZE AD SCAURI (LT) – 2008

VACANZE AD SCAURI (LT) – 2008
Pregare, pregare sempre, dando del Tu a Dio

Così dice il Signore: «Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria» (Is 66, 18-21). La virtù della perseveranza ha marcato bene questo agosto di vacanza a Scauri (LT), cioè la costanza della preghiera del mattino, ad ogni giorno in spiaggia. Prima dell’abituale «presa» del sole, un bello gruppo di cristiani si sono radunati durante tutto il mese per pregare, per gioirsi della presenza di Dio più vicini ancora alla sua creazione.
Con le preghiere delle lodi, queste persone cantavano, pregavano e lodavono il Signore Dio, un Dio prossimo, che si fà sentire nel vento soave, nel muoversi delle onde, nel mormorare del mare, nei canti dei passeri ... Qui, più che mai si poteva avere una relazione di intimità con Iddio, e cosi si usciva una preghiera fatta di mormmorio, di silenzio, di meravigliamento; in questa prossimità dove si sentiva la perfetta armonia del creato e il dovuto rispetto al Creatore, quelli che si radunavono sono stati testimoni dell’amore del Padre che è sempre presente nel cuore di ogni uomo e che apre le porte del suo Regno a quanti hanno la buona volontà.
È stata una sperienza di trasfigurazione e una forte convinzione che si può trovare sempre maniere degne di communicare con Dio, basta che uno si permetta guidare dallo Spirito che soffia ovunque. Proprio qui, tra la sabbia, il mare e gli ombrelloni che ho sentito battere ancora forte il cuore della Chiesa: Dio non abbandona mai la sua barca e sono ancora tanti i disposti a seguirLo dappertutto, a buttarsi nel mare della speranza che confidano della sua eterna Misericordia.
«Lodato sia il Signore per la tua grazia che è sempre più grande» (Cfr. 2Cor 6, 1-3).

Padre Jorge Ribeiro

VACANZE AD SCAURI (LT) – 2008

VACANZE AD SCAURI (LT) – 2008
Pregare, pregare sempre, dando del Tu a Dio

Così dice il Signore: «Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria» (Is 66, 18-21). La virtù della perseveranza ha marcato bene questo agosto di vacanza a Scauri (LT), cioè la costanza della preghiera del mattino, ad ogni giorno in spiaggia. Prima dell’abituale «presa» del sole, un bello gruppo di cristiani si sono radunati durante tutto il mese per pregare, per gioirsi della presenza di Dio più vicini ancora alla sua creazione.
Con le preghiere delle lodi, queste persone cantavano, pregavano e lodavono il Signore Dio, un Dio prossimo, che si fà sentire nel vento soave, nel muoversi delle onde, nel mormorare del mare, nei canti dei passeri ... Qui, più che mai si poteva avere una relazione di intimità con Iddio, e cosi si usciva una preghiera fatta di mormmorio, di silenzio, di meravigliamento; in questa prossimità dove si sentiva la perfetta armonia del creato e il dovuto rispetto al Creatore, quelli che si radunavono sono stati testimoni dell’amore del Padre che è sempre presente nel cuore di ogni uomo e che apre le porte del suo Regno a quanti hanno la buona volontà.
È stata una sperienza di trasfigurazione e una forte convinzione che si può trovare sempre maniere degne di communicare con Dio, basta che uno si permetta guidare dallo Spirito che soffia ovunque. Proprio qui, tra la sabbia, il mare e gli ombrelloni che ho sentito battere ancora forte il cuore della Chiesa: Dio non abbandona mai la sua barca e sono ancora tanti i disposti a seguirLo dappertutto, a buttarsi nel mare della speranza che confidano della sua eterna Misericordia.
«Lodato sia il Signore per la tua grazia che è sempre più grande» (Cfr. 2Cor 6, 1-3).

Padre Jorge Ribeiro

carta de amigo

Lettera d’amico:
Caro amico:
Quando il buoio nell’anima non ti lascia più vedere;
Quando la sofferenza non ti permette più di sperare;
Quando Il futuro ti sembra quasi impossibile;
Ricordati che:
I veri amici sono sempre accanto a te, per insieme guardare oltre l’orizzonte; per aiutarti suggare l’ultima goccia, per prendere l’ultimo respiro ed alzare l’ultimo volo.
Io sono sempre com te:
Per asciugare le tue lacrime, per sentire le tue storie, per darti un’abbraccio accogliente ed insieme salire sul monte della vera vita.
TVB

IL MIO CREDO

La fede che intendo io non si può facilmente tradurre in parole. Si potrebbe all′incirca definirla cosi: credo che nonostante la palese assurdità, la vita abbia nondimeno un senso; io mi rassegno a non poter comprendere questo senso supremo con l′intelletto, ma sono pronto a servirlo, dovessi anche per questo sacrificare me stesso. Percepisco dentro di me la voce di questo senso nei momenti in cui sono realmente vivo e perfettamente sveglio. Ciò che la vita da me richiede in quei momenti voglio cercare di realizzarlo, anche se è cosa che va contro le mode e le leggi consuete. Questa fede non si può impartire per comando, né alcuno vi può costringere se stesso: è dato solo viverla.

Novos ministros na Arquidiocese de Feira de Santana

Foram ordenados Diáconos na Igreja de Feira de Santana, quatro novos candidatos ao ministério ordenado; é um tempo de graça e de joia na nossa Igreja particular de Feira: de alguns anos para cá tem-se ordenado diáconos permanentes, presbíteros, entraram muito seminaristas para fazer a experiência e o discernimento vocacionais. É uma bênçao que devemos acolher e cuidar para que os frutos sejam bons e eternos. Congratulações ao nosso Arcebispo e aos formadores da Arquidiocese, como também a todos que colaboraram e continuam colaborando para que não falte operários na messe do Senhor. Deus seja louvado e glorificado.

Ano sacerdotal

Depois de um ano de muitas reflexões, de muitos debates e embates, o ano sacerdotal chega ao seu encerramento; foi um ano muito proveitoso e frutuoso, mas também de muitas polêmicas tendo os sacerdotes: bispos, presbitesros, diáconos e religiosos ao centro de estudos, de confusões e de homenagens.
No ano transcorrido, importantes conquistas e esclarecimentos sobre o papel, a figura e o ser do sacerdote, mas também muitas contrariedades e escândalos; dois gritos se elevam paralelamente: aquele do reconhecimento e da necessidade dos sacerdotes e também aquele das chagas que perfuram o coração da igreja.
Esses dias em Roma se encontram milhares de sacerdotes, provindos de todas as partes do mundo, muitos esperançosos, outros boquiabertos e ilusionados e outros decepcionados, tem de tudo; celebram, partecipam de congressos e estudos, celebram, mas também passeiam e compram: o mundo espiritual-religioso aqui muito se confunde com o material-profano, e não pode ser diferente, pois a pessoa humana é ao mesmo tempo filho de Deus e da terra.
O apelo final é que não se perca esse ano jubilar em fantasias e panfletos, mas que cada sacerdote, convicto de sua identidade e de sua missão, possa exalar o bom perfume de Cristo e do Evangelho donde quer que vá. Que o mundo veja Jesus nos sacerdotes, com o perdão, a misericõrdia e o amor do Pai que salva e acolhe a todos!!!

PENTECOSTES

Em rumores de efusão desce a nós o Santo Ardor, o Pai envia a sua graça e nós contemplamos seu Amor.
O Espírito é o mesmo e nos congrega todos como irmãos; mesmo que sejamos muitos e diversos, N’Ele somos um só coração.
Estamos todos alegre com a vinda do Espírito Santo, Ele nos nos perdoa e anima e nós O louvamos com nosso canto.
Hoje é o Pentecostes, a paz do Senhor nos faz discipulos; Ele habita em nosso meio e nos reúne como seus filhos.
p. JORGE RIBEIRO
MAIO 2010

È missão

È missão

È missão: quando penso em você e fico logo a tremer, e o meu mundo todo desfalece.
É missão: quando não tenho seu sorriso, tudo parece um desmentido e já nem sei o que me apetece.
É a vida como busca, é estrada como fuga, é a incerteza da missão.
É missão: quando tento me animar e a sua ausência suportar, mas no entanto tudo escurece.
É missão: quando a angústia devo diblar e todo medo superar e mais nada me arrefece.
É a vida como sonho, é experiência de um pesadelo medonho, é o apelo à missão.
É missão: quando as necessidades são muito maiores e os famintos são ainda piores e único consolo é rezar.
É missão: quando a esperança se auto-desafia e a caridade se auto-repudia e única saída é acreditar.
Essa é uma vida de missão e estrada de paixão, uma aventura a se realizar.
Essa é vida fragmentada, missão inacabada, graça desejada e existência no perambular.
Pe. Jorge Ribeiro
Portugal, 21 de maio de 2010.

È missão

È missão

È missão: quando penso em você e fico logo a tremer, e o meu mundo todo desfalece.
É missão: quando não tenho seu sorriso, tudo parece um desmentido e já nem sei o que me apetece.
É a vida como busca, é estrada como fuga, é a incerteza da missão.
É missão: quando tento me animar e a sua ausência suportar, mas no entanto tudo escurece.
É missão: quando a angústia devo diblar e todo medo superar e mais nada me arrefece.
É a vida como sonho, é experiência de um pesadelo medonho, é o apelo à missão.
É missão: quando as necessidades são muito maiores e os famintos são ainda piores e único consolo é rezar.
É missão: quando a esperança se auto-desafia e a caridade se auto-repudia e única saída é acreditar.
Essa é uma vida de missão e estrada de paixão, uma aventura a se realizar.
Essa é vida fragmentada, missão inacabada, graça desejada e existência no perambular.
Pe. Jorge Ribeiro
Portugal, 21 de maio de 2010.

A Tolerância segundo J. Rawls

Para J. Rawls, falar de tolerância é falar de justiça, especialmente na possibilidade de uma equidade entre as diferentes concepções políticas e religiosas. Afirma ele que: «Há duas idéias de tolerância. Uma é puramente política, sendo expressa em função dos direitos e deveres que protegem a liberdade religiosa em conformidade com uma concepção política razoável de justiça. A outra não é puramente política mas é expressa a partir de uma doutrina religiosa ou não-religiosa como quando, por exemplo, em referência aos limites que Deus estabeleceu para nossa liberdade» (Rawls J, The law of peoples, 200). Dessa forma podemos dizer que «As divergências sobre os princípios mais apropriados de justiça distributiva no sentido estreito e sobre os ideais que a eles subjazem podem ser arbitrados, embora nem sempre de modo apropriado, no interior do quadro político existente» (Rawls J. Justice as Fairness – A Restatement, 69). Isso nos leva a afirmar que de fato, uma seita intolerante não teria legitimidade para protestar quando uma liberdade igual à dos outros lhe é negada. O direito de alguém de protestar é limitado às violações dos princípios que ele próprio reconhece. O protesto é uma observação dirigida a outrem, de boa-fé, na qual se afirma a violação de um princípio que ambas as partes aceitam. Entretanto, do ponto de vista da posição original, não há qualquer interpretação da verdade religiosa que possa ser reconhecida como vinculativa para os cidadãos em geral; como também não pode haver acordo quanto à existência de uma autoridade que tenha o direito de resolver problemas de doutrina teológica. Não podemos por isso nos esquecer que «A teoria da justiça como equidade é uma concepção política de justiça, ou seja, foi esboçada para o caso especial da estrutura básica da sociedade e não pretende ser uma doutrina moral abrangente» (Rawls J. Justice as Fairness – A Restatement, 26\27).

PASCOA É VIDA

Querido irmão e amigo,
"Páscoa é tão somente o Recomeço, onde estará em alta a certeza de um futuro repleto de realizações, esperando que o Amor inunde o coração dos Homens..." ________________________________________
"Páscoa é ajudar mais gente a ser gente, é viver em constante libertação, é crer na vida que vence a morte. Páscoa é renascimento, é recomeço, é uma nova chance pra gente melhorar as coisas que não gostamos em nós. Para sermos mais felizes por conhecermos.
Páscoa é dizer sim ao amor e a vida; é investir na fraternidade, é lutar por um mundo melhor, é vivenciar a solidariedade." (Stela Maris Blandino).
Votos de uma Páscoa cheia de boas realizações, Com afeto e amizade,
P. Jorge Ribeiro

A filosofia politica de Locke

EUCHNER WALTER, La filosofia política de Locke. Laterza, Roma-Bari 1995.

As normas naturais da convivência humana, em qualquer modo vêm concebidas por diversas teorias, implicam uma construção da comunidade política que seja conforme aos princípios do direito natural (42).
Locke interrompe a concatenação determinista quando atribui um papel chave à capacidade do homem de suspender a satisfação de qualquer desejo, que no fundo é somente um caso particular da geral faculdade de decisão que por sua vez determina a vontade (123).
Locke funda a obrigação da lei natural recorrendo à tradicional doutrina da convenientia, a qual se coloca em contradição com o que ele sustentou sobre a natureza dos instintos humanos e dos «princípios práticos» inatos (194).
Locke se ocupou toda a vida com o problema da tolerância, pode-se dizer que ele construiu grande parte da teoria política partindo deste problema. Em nenhum lugar o desenvolvimento do seu pensamento político pode ser seguido tão agilmente quanto nos seus diversos escritos sobre o problema da tolerância (239).
A pessoa singular não é em consciência a aprovar as prescrições do magistrado em referência a questões religiosas. Dado que ao estipular o contrato social o singular deve transferir ao soberano o complexo dos direitos de liberdade sobre a base duma norma divina, ele é obrigado a observar as prescrições do magistrado em questões religiosas, mesmo aquelas referentes a coisas indiferentes como as formas exteriores de culto (240).
Locke sustenta que ao aplicar o princípio da tolerância se deve ter atenção em «mostrar qual influência é verossímil que a tolerância tenha sobre o número e sobre a industrialização da população, fatores dos quais depende o poder e a riqueza do reino» (240).
Cada qual é responsável pela salvação da própria alma. Assim, o estado tem o exclusivo compito de proteger a vida e a propriedade de seus cidadãos. O estado é em grau de fazer solo o que garante a paz e a ordem pública. Sobre a via que conduz à salvação da alma, a autoridade política não tem maiores elementos de julgar que a pessoa singular, mas que porta seguramente menos interesse (240).
Quando o exercício ilimitado dos direitos naturais turba a segurança estatal e com isso a conservação da sociedade no seu complexo, estes direitos podem ser limitados ou suspensos pelas leis estatais positivas (241).
Não se devem tolerar os papistas porque a sua sede de poder coloca em perigo a segurança do estado, e ainda menos os ateus porque negam a Deus, que é fonte da lei natural e com isso o fundamento do estado em absoluto (241).

Fazer aniversário!

Fazer aniversário é agradecer, comemorar, desculpar-se e pedir desculpas, é sonhar, chorar e rir. É olhar a estrada feita e tomar fôlego para seguir outros metros; é nao desistir diante dos percalços e pedir ajuda quando necessário. é viver cada momento e oportunidade como únicos e construir um castelo de amigos. É reconhecer a vida como dom e graça.

Fazer aniversário!

Fazer aninversário é agradecer!
É correr para recuperar o tempo perdido!
É remediar os possíveis tropeços.
É alimentar os sonhos e esperanças.
É construir os ideais e sustentar os projetos.
É olhar para os passos feitos e organizar os possíveis a dar.
É não se desencorajar pelos obstáculos a encontrar e não desistir pela aridez da caminhada.
É sonhar, sonhar e alimentar o sonho.
É querer continuar vivendo, vivendo e vivendo.
É não se preocupar com as rugas e outros sinais dos tempos.... mas viver intensamente cada minuto, cada oportunidade e agradecer.
Obrigado Senhor por tudo e por todos.
Sou feliz de completar mais um aniversário!

Primavera

Começa-se a sentir o canto dos passaros... , mil e uma flor que se abre ao longo do caminho: sonhos, desejos, aventuras e mistérios se propõem nessa vivaz estação.
Os ânimos, dos homens e dos outros animais, aloram-se e se energizam; são milhares de situações que se desencampam e outras tantas que se reestruturam, tudo para sentir forte o canto do tempo que se abre a novos raios.
Assim como as estações, o nosso coração, ansioso de preenchimento, busca nas movediças areias do sentimento, uma razão para continuar acreditando e esperando novas realidades.
Auguramos fortes ventos que nos impulsione a encontrar um caminho firme para a felicidade que somos destinados; a perfeição se dá na contínua busca de si e dos outros.
Boa primavara a todos nós!!!

Quaresima: tempo di conversione.

padre Lino Pedron


Il discorso riprende l'enunciato di 5,20; "Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli". Il termine giustizia (sedaqah) è usato nella Bibbia per sintetizzare i rapporti dell'uomo con Dio, la pietà, la religiosità, la fede.
I rapporti con Dio, nostro Padre, devono essere improntati alla fiducia, alla confidenza e soprattutto alla sincerità.
L'autentica giustizia non ha come punto di riferimento gli uomini, ma va esercitata davanti al Padre che è nei cieli. Farsi notare dagli uomini è perdere ogni ricompensa presso il Padre.
Matteo sottolinea la vanità di un gesto puramente umano: gli ipocriti, che cercano l'approvazione, hanno già ricevuto la loro ricompensa.
L'ipocrisia consiste nel fatto che un'azione, che ha Dio come destinatario, viene deviata dal suo termine. L'elemosina, la preghiera e il digiuno devono essere fatti per il Padre che vede nel segreto.
Queste azioni fatte "nel segreto" non significano necessariamente azioni segrete: indicano ogni azione, anche pubblica, fatta per il Padre e non per essere visti dagli uomini. E' l'intenzione profonda che conta perché la ricompensa si situa a questo livello: la ricompensa è l'autenticità del rapporto con il Padre.
Il cristiano deve fare l'elemosina in modo da salvaguardare la rettitudine dell'aiuto prestato al fratello per amore del Padre.
La strumentalizzazione della preghiera è la deformazione più inspiegabile della pietà, perché mette a proprio servizio anche ciò che è essenzialmente di Dio.
Gesù nel suo intervento non si propone di modificare il rituale della preghiera giudaica, solo suggerisce un modo più retto di compierla, evitando l'ostentazione, il formalismo, l'ipocrisia. Gli stessi rabbini insegnavano: "Colui che fa della preghiera un dovere, che ritorna a ora fissa, non prega con il cuore".
Il richiamo di Gesù è sulla stessa linea della tradizione profetica e sapienziale e trova conferma nei suoi successivi insegnamenti e più ancora nella sua vita.
Il digiuno è un'altra importante pratica della vecchia e della nuova "giustizia". Esso è un atto penitenziale che completa e aiuta la preghiera.
Gesù, come i profeti, non condanna il digiuno, ma il modo nel quale era fatto. Invece di esprimere la propria umiliazione, esso diventava una manifestazione di orgoglio.
Il digiuno cristiano, come l'elemosina e la preghiera, deve essere compiuto di nascosto. Il cristiano non deve fare ostentazione della sua penitenza; deve anzi nasconderla con un atteggiamento gioioso.
Il digiuno, come ogni altra sofferenza, è una fonte di gioia perché ottiene un maggior avvicinamento a Dio. L'invito di Gesù ad assumere un atteggiamento giulivo invece che tetro, sottolinea il significato definitivo della penitenza cristiana: poter soffrire è una grazia (cfr 1Pt 2,19).

Arte e religiosidade

Arte e religião sempre andaram juntas, ambas realidades expressam o mundo da fé, da esperança e da busca de um verdadeiro sentido à própria existência.
O homem busca sempre manifestar a sua relação com a divindade com o que lhe parece mais apropriado, desde a simples oração, às grandes catedrais, passando pelas pinturas e esculturas, mas a natureza sempre revelou o rosto do divino de maneira sublime, pois a natureza, como a divindade, mostra-se em escondimento, sempre deixando algo para ainda ser descoberto.
Talvez por isso muitos artistas "religiosos" buscaram pintar a natureza como espelho da vida e da divindade.
O culto à natureza e as artes em geral manifesta uma manifestação semelhante ao que se tem diante da divindade, quer dizer, de maior contemplação que de palavras. De fato, as palavras esvaziam muito o sentido poético e mistérico, tanto das artes como da religião e por consequência de Deus.
Arte e religiosidade, duas faces de um mesmo hino elevado ao Criador e Senhor de todas as coisas.

Arte e religião

A perdida unidade entre a arte e a religião, vista como um fato benéfico ou prejudicial, não pode ser recuperada por um ato de vontade. Como não era uma questão de cooperação intencional, mas resultava de toda uma estrutura objetiva da sociedade durante certas fases da história, a ruptura é objetivamente condicionada e irreversível. A unidade de arte e religião não provém simplesmente de convicções e decisões subjetivas mas da realidade social subjacente e de sua tendência objetiva. Tal unidade existe, em princípio, apenas em sociedades fechadas, não-individualistas e hierárquicas – até mesmo na antigüidade grega não prevaleceu nas fases em que o indivíduo se emancipou econômica e politicamente. A presente crise que envolve a individualidade e as tendências coletivas em nossa sociedade não justifica qualquer retrocesso da arte a um estágio que antecede a era individualista, qualquer tentativa de novamente submeter a arte de modo arbitrário a amarras de natureza religiosa. Uma reversão dessas traria o selo da própria era individualista: seria essencialmente racionalista. O indivíduo ainda poderia ter experiências religiosas. Mas a religião positiva perdeu seu caráter de validade objetiva e oniabrangente, sua força vinculante supra-individual. Não é mais um medium a priori não-problemático dentro do qual cada um exista sem questionamentos. Por isso o desejo de reconstrução daquela unidade tão exaltada é um wishful thinking, mesmo que esteja profundamente enraizado no desejo sincero por algo que dê "sentido" a uma cultura ameaçada pelo vazio e pela alienação universal. Cfr. Adorno

Pra se pensar ....

Desespero anunciado

Desespero anunciado Para que essa agonia exorbitante? Parece que tudo vai se esvair O que se deve fazer? Viver recluso na pr...