Anno della fede: per riportare l’uomo d’oggi all’incontro con Cristo




Presentato dall’arcivescovo Fisichella il calendario delle celebrazioni 



Parteciperà personalmente a ventuno grandi eventi dedicati, ogni mercoledì proporrà una catechesi sulla fede, ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa — approvata dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti — di un formulario di una messa speciale per la nuova evangelizzazione. Benedetto xvi sta già vivendo nello spirito dell’Anno della fede, annunciato con la lettera apostolica in forma di motu proprio Porta fidei dell’11 ottobre 2011, nella quale aveva ribadito tra l’altro una delle scelte fondamentali del suo personale ministero: «l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo». 
Lo ha ricordato la mattina del 21 giugno, l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, presentando ai giornalisti, nella Sala Stampa della Santa Sede, il fitto programma delle celebrazioni che scandiranno l’Anno, il cui inizio coinciderà con  due anniversari: il cinquantesimo dell’apertura del concilio Vaticano ii (1962) e il ventesimo della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992).

Tra gli elementi caratterizzanti dell’Anno il presule, oltre al logo, ha indicato il sito internet — consultabile all’indirizzo www.annusfidei.va — dedicato alle varie fasi del calendario delle iniziative. Disponibile in versione multilingua, il sito è stato avviato dalla Sala Stampa, in contemporanea all’annuncio che ne ha dato l’arcivescovo. Progettato in maniera innovativa, è raggiungibile da tutti i dispositivi mobili e tablet attraverso la scelta di componenti e tecnologie di nuova concezione. 
Pronto anche l’inno ufficiale: Credo, Domine, adauge nobis fidem è il ritornello che «permane come invocazione al Signore — ha spiegato l’arcivescovo — perché abbia ad aumentare in tutti noi la fede, sempre così debole e bisognosa della sua grazia». 
Altra novità sarà in edicola dai primi giorni di settembre. Si tratta di un sussidio pastorale intitolato Vivere l’Anno della Fede, destinato ad accompagnare  «in primo luogo, la comunità parrocchiale, e quanti vorranno inserirsi nell’intelligenza dei contenuti del Credo». È stata anche  scelta una piccola immagine del Cristo raffigurato nel Duomo di Cefalù, che sarà distribuita a tutti i fedeli nelle varie parti del mondo. Sul retro si trova scritta la professione di fede. Uno degli obiettivi dell’Anno della fede, infatti, è «fare del Credo — ha specificato il presule —  la preghiera quotidiana imparata a memoria, come era consuetudine nei primi secoli del cristianesimo».
Nutrito il calendario delle celebrazioni. Monsignor Fisichella ha indicato le date di quelle che si svolgeranno a Roma alla presenza del Papa. Dopo la solenne apertura  in piazza san Pietro — concelebrata da tutti i padri sinodali, dai presidenti delle Conferenze episcopali del mondo e dai padri conciliari ancora viventi che potranno raggiungere Roma — il primo avvenimento si svolgerà domenica 21 ottobre,  con la canonizzazione di sei martiri e confessori della fede. Il 25 gennaio 2013,  la tradizionale celebrazione ecumenica nella basilica di San Paolo fuori le Mura assumerà  un carattere ecumenico più solenne e si pregherà affinché «attraverso la comune professione del Simbolo i cristiani che hanno ricevuto lo stesso battesimo non dimentichino la via dell’unità come segno visibile da offrire al mondo».  Sabato 2 febbraio si celebrerà la messa per e con i  consacrati. Anche la Domenica delle Palme, il 24 marzo, avrà un carattere particolare con  i giovani che si preparano alla Giornata mondiale della gioventù.  Domenica 28 aprile sarà dedicata ai ragazzi e alle ragazze che hanno ricevuto la cresima. Il Papa conferirà il sacramento  a un piccolo gruppo di giovani. Domenica 5 maggio verrà celebrata la messa alla quale saranno invitate a partecipare le Confraternite. La vigilia di Pentecoste, il 18 maggio, sarà dedicata a tutti i movimenti ecclesiali, antichi e nuovi. Nella festa del Corpus Domini, domenica 2 giugno, si svolgerà una solenne adorazione eucaristica in  contemporanea in tutto il mondo. Nella cattedrale di ogni diocesi, e in ogni chiesa dove sarà possibile, alla stessa ora si realizzerà il silenzio della contemplazione. Domenica 16 giugno sarà incentrata sulle testimonianza del Vangelo della vita. «Da sempre la Chiesa è promotrice della vita umana e in difesa della dignità della persona dal primo istante fino al suo ultimo momento naturale» ha commentato monsignor Fisichella.  Domenica 7 luglio si  concluderà  a San Pietro il pellegrinaggio che  seminaristi, novizie,  novizi e quanti sono in cammino vocazionale compiranno «per rendere pubblica la gioia della loro scelta».
 Dal 23 al 28 luglio la Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro sarà colta dai giovani come  momento gioioso d’incontro «incontro per dire a tutti l’importanza della fede».  Il 29 settembre sarà dedicato in particolare ai catechisti, «per rendere più evidente l’importanza della catechesi nella crescita della fede e l’intelligenza intelligente e sistematica della fede in rapporto alla vita personale e della crescita comunitaria». Si tratterà di un’occasione per ricordare anche il ventesimo anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Domenica 13 ottobre si riuniranno  tutte le realtà mariane «per indicare come la Vergine Maria, Madre di Dio, sia icona della fede di ogni credente», mentre domenica 24 novembre sarà celebrata la giornata conclusiva dell’Anno. 
Naturalmente si svolgeranno anche diverse altre celebrazioni a livello locale. Tra le altre l’arcivescovo ha segnalato   la mostra che sarà allestita a Castel Sant’Angelo dal 7 febbraio al 1° maggio, con opere di assoluta rarità, incentrate sull’apostolo Pietro, e un grande concerto che si terrà in piazza San Pietro il 22 giugno 2013.

(©L'Osservatore Romano – 22 giugno 2012)

LA POESIA DI EUGENIO MONTALE


MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO

Meriggiare pallido e assortoPag03.bmp (298120 byte)
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare,
mentre si levano tremoli scricchi
di cicale dai calvi picchi.




SPESSO IL MALE DI VIVERE

Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.


LA PAURA DELLA LIBERTÀ'



"L'uomo crede di volere la libertà, in realtà ne ha una grande paura, perchè la libertà lo obbliga a prendere decisioni, e le decisioni comportano rischi".

E' vero, l'essere umano teme la libertà, ha bisogno di un leader in cui credere e sul quale riversare tutte le proprie aspettative. Poi quando le cose andranno male sarà colpa del leader, lo si boccia (se e quando è possibile farlo) e si è pronti a sostenere un altro, con la speranza che siapossibilmente meno peggio del precedente.
Tutti i giorni vengo a contatto con persone che mi dicono di essere esasperate dalla crisi, che dobbiamo mandare questo governo a casa, che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, che ci vorrebbe "la rivoluzione in piazza".
 
Eppure, nonostante questi buoni propositi, salvo rare eccezioni, di tutte queste persone non ne ho visto mai nessuna in piazza pronta a manifestare la propria indignazione. La maggior parte degli individui restano incollati ai salotti di casa propria, incapaci di staccarsi dal televisore che in quel momento trasmette la partita di calcio, il film o il programma preferito.
Però sono tutti pronti a partecipare alla sagra della porchetta o del tartufo, disposti anche a percorrere chilometri in viaggio, li vedi festosi elemosinare briciole di felicità effimera; ma poi se si tratta di partecipare ad eventi seri, in cui ci sia la possibilità di porre le basi per un dissenso collettivo e costruttivo, disertano tutti.
Sarà che l'uomo è sempre stato capace di conformarsi a qualsiasi tipo di potere, perfino alla dittatura più estrema, chinando il capo in cambio di miseri contentini: cibo, giochi, e il consumismo in generale.
Mai come in questo periodo abbiamo raggiunto un livello di schiavitù mentale di così vaste proporzioni, un controllo di massa attuato in maniera così effimera e allo stesso tempo arguta, da impedire all'individuo di essere libero di pensare.
La società vuole che l'individuo si uniformi agli altri, abbia gli stessi gusti e le stesse aspirazioni degli altri e solo in questo modo diventa facile ingabbiarlo nel vortice del schiavitù: lavora, guadagna, consuma. 
E' inevitabile che perseguendo questo stile di vita imposto dall'alto, si arrivi a fine giornata senza il tempo e le risorse necessarie per "pensare". L'obiettivo dell'oligarchia al potere è proprio questo: privarci del tempo per pensare.
Con i traguardi raggiunti dalla scienza e dalla tecnologia potremmo decidere di lavorare giusto 3 ore al giorno, dedicando il resto delle ore giornaliere alle nostre passioni, affetti o interessi, eppure invece impieghiamo in casi estremi quasi i 2/3 della giornata tra lavoro, traffico, parcheggio ed incombenze varie, finchè non ci resta 1/3 del tempo per dormire. E il tempo per noi stessi dov'è? Non esiste.
Mi domando spesso se questa forma di schiavitù sia dovuta alla bravura dei governanti di lobotizzarci attraverso distrazioni di massa al punto tale da impedirci qualsiasi atto di ribellione,o dall'incapacità di molti individui che, per mancanza dei mezzi necessari, non comprendono il reale funzionamento del sistema socio-economico di cui ne fanno parte, o se si tratta della "paura della libertà" come la definiva Erich Fromm, oppure ancora se sia semplicemente indifferenza ed alienazione a tutto ciò che ci accade intorno. Probabilmente la risposta conduce ad una miscela di tutte queste cose, come un veleno che scorre nelle vene della maggior parte delle persone che le persuade ad accontentarsi di ciò che hanno, pensando che magari potrebbe andar ancora peggio di così e che tutto sommato non stanno poi così male. Questo veleno ha solo un antidoto: la forza di volontà di ogni singola persona che la conduce verso la conoscenza di sè e del sistema in cui è immersa, con il conseguente desiderio di aspirare ad uno status di vita migliore dell'attuale. Solo chi è capace di mettersi in gioco continuamente e di rischiare di perdere tutto è allora in grado di percorrere la strada verso una autentica libertà; a tutti gli altri non resta che chinare la testa e uniformarsi alle regole del sistema, possibilmente senza lamentarsi troppo.
(Salvatore Tamburro)

Pra se pensar ....

Desespero anunciado

Desespero anunciado Para que essa agonia exorbitante? Parece que tudo vai se esvair O que se deve fazer? Viver recluso na pr...