Del fingere


Del fingere



Apparire per non essere
Fuggire per non affrontare
Mentire per nascondere
Gridare per non dialogare



La verità è dura e scomoda
La vita è impegno e rinascimento
Il presente è confuso e sconcertante
Il futuro è apertura e movimento



Il volto è specchio e maschera
Il cuore emozione da restringere
Gli altri sono vocaboli da capire
L’esistenza un dizionario del fingere.




Sorridere sempre per i bambini e i vicini
Ai nemici mostrare forza senza restringere
Cercare gli accordi con lo stato e con i familiari
Questa è l’eterna arte del fingere!




Jorge Ribeiro
22.02.2013

II QUARESIMA: TRASFIGURAZIONE

II Domenica di QuaresimaStampaE-mail
Tempera su tavola, XIV sec.
DUCCIO, Trasfigurazione
24 febbraio 2013
di
 LUCIANO MANICARDI
Anno C
Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17-4,1; Lc 9,28b-36
L’alleanza è il tema unificante delle letture odierne. Dio stipula un’alleanza con Abramo promettendo una discendenza numerosa a lui che era anziano e senza figli. Qui l’alleanza è una promessa unilaterale di Dio a cui Abramo risponde con lafede (I lettura). Gesù è il Figlio che vive compiutamente l’alleanza con Dio: la preghiera è l’ambito della sua trasfigurazione, del suo farsi trasparenza alla presenza di Dio stesso. Le parole che Dio pronuncia indicano ai cristiani la via attraverso cui accedere all’alleanza e alla comunione con lui: ascoltare il Figlio (vangelo). Paolo pone l’accento sul compimento escatologico dell’alleanza stretta da Dio in Cristo e parla dell’attesa e della speranza della trasfigurazione dei loro corpi di miseria che i cristiani di Filippi nutrono (II lettura).Fede, speranza e preghiera sono elementi decisivi dell’apertura del credente all’azione trasformante di Dio.
Secondo Luca la trasfigurazione di Gesù avviene nel contesto della sua preghiera, nel mistero del suo colloquio intimo e indicibile con il Padre. “Mentre pregava, l’aspetto del suo volto divenne altro” (Lc 9,29): non un altro volto, ma un volto altro. La preghiera è per Gesù spazio di accoglienza in sé dell’alterità di Dio: se il volto è il luogo essenziale di cristallizzazione dell’identità, allora la preghiera incide sull’identità personale. Il divenire altro del volto di Gesù dice che ormai il suo volto narra l’invisibile volto di Dio. La preghiera agisce su colui che prega e fa emergere la sua identità profonda.

L'esilio di Dante


L'esilio di Dante



Le ragioni dell'esilio di Dante furono di carattere politico.
Dante Alighieri apparteneva alla fazione dei guelfi bianchi, contrari ad un eccessivo aumento del potere temporale papale ed in perenne lotta con la fazione avversaria dei guelfi neri, ed ebbe una carriera politica di discreta importanza.
Quando il papa mandò Carlo di Valois a Firenze come teorico paciere tra le due fazioni guelfe, la Repubblica fiorentina inviò a Roma una rappresentanza diplomatica della quale faceva parte Dante stesso.
Dante si trovava a Roma, trattenuto oltre misura proprio dall'acerrimo nemico papa Bonifacio VIII, quando Carlo di Valois, al primo pretesto, mise a ferro e fuoco Firenze con un colpo di mano. Il 9 novembre 1301 Cante Gabrielli da Gubbio fu nominato Podestà di Firenze e diede inizio ad una politica di sistematica persecuzione degli elementi ostili al papa, che si risolse nell'uccisione o nell'esilio di tutti i guelfi bianchi. Con due condanne successive, quella del 27 gennaio e quella del 10 marzo 1302, il poeta fu condannato in contumacia; raggiunto dal provvedimento di esilio a Roma, Dante non rivide mai più la sua Firenze.
Nella Divina Commedia a predire il futuro esilio al sommo poeta sono prima Farinata degli Uberti, nel Canto X dedicato agli eresiarchi (fondatori di dottrine eretiche o capi di eretici), e poi Brunetto Latini, maestro di Dante, nel Canto XV dedicato ai violenti contro Dio ed in particolare ai violenti contro la natura, figlia di Dio. Nel purgatorio a fare la stessa predizione saranno invece Corrado Malaspina nel Canto VII, della valle fiorita che ospita i principi ed i sovrani, e Oderisi da Gubbio nel Canto XI, dedicato ai superbi.
Dante dedica agli avari ed ai prodighi il Canto 7 dell'Inferno.
Gli avari ed i prodighi (sinonimo di: spendaccioni, sciuponi, spreconi, dilapidatori) spingono ciascuno un masso sferico, lungo traiettorie circolari, all'interno del Cerchio infernale che li accoglie. Gli uni si muovono in senso orario, gli altri in senso antiorario e si scontrano pertanto ogni mezzo giro, per l'eternità, così come fanno le correnti del Mar Tirreno e dello Jonio in corrispondenza dello stretto di Messina (gorgo di Cariddi e scoglio di Scilla).
Il moto contrapposto simboleggia la condotta opposta che tennero in vita: gli uni accumularono denaro senza spenderlo, gli altri lo sperperarono.

I Volti della Menzogna,


I Volti della Menzogna, di Paul Ekman – L’arte di mentire senza farsi scoprire.


A detta di Samuel Butler “Qualsiasi imbecille può dire la verità, ma è necessario un uomo di senno per saper mentire bene”. Raccontare una bugia e darla a bere a chi ci sta di fronte non è così semplice. Certo, il fattore sfortuna è sempre in agguato: avete appena terminato di raccontare ai vostri genitori della interessantissima giornata trascorsa a scuola ed eccovi immortalati in un servizio del tg serale mentre gozzovigliate alla Fiera del Fumetto. Ci sono però degli errori che commettete vostro malgrado: essere colti alla sprovvista con una domanda e non avere pronta una storia, non ricordare quanto raccontato in precedenza e cadere in contraddizione sono errori strategici che possono far nascere il sospetto che non la stiate contando giusta; dopo aver mentito occorre avere buona memoria e prontezza di spirito, e non è cosa da tutti!
Quando poi entrano in gioco le emozioni, queste creano dei problemi assolutamente particolari. “Le bugie fanno fiasco perché trapela qualche segno di un’emozione nascosta”, come per esempio la paura di essere scoperti, il senso di colpa perché si sta mentendo e in alcuni casi l’incontenibile piacere provato all’idea di beffare l’altro.
La situazione si fa ancora più complicata quando si tenta di celare un’emozione simulandone un’altra. Provate a mostrarvi arrabbiati quando invece avete paura: la vostra faccia si contorcerà facendovi somigliare ad un ritratto cubista perché gli impulsi suscitati dai due sentimenti tirano in direzioni opposte; per esempio le sopracciglia nella paura si sollevano involontariamente, ma nella rabbia bisogna aggrottarle!
Lie to me. - Immagine: © Fox Broadcasting Company -
Articolo consigliato:Psicologia delle emozioni: Lie to Me, Cal Lightman come Paul Ekman?
Ma quali sono gli indizi che svelano l’inganno? Ce li spiega Paul Ekman, uno dei più grandi studiosi di emozioni e comunicazione non verbale, alle cui ricerche si sono interessati persino il Dipartimento di Difesa americano e i servizi segreti per il controspionaggio. Nel suo libro I volti della menzogna (che ha ispirato la celebre serie tv Lie to me con Tim Roth), Ekman indica cosa cercare nella voce, nelle parole, nel volto e nella postura delle persone per capire se stanno mentendo o meno.
Il capitolo più affascinante descrive gli indizi di menzogna nel viso e spiega come sia possibile distinguere le espressioni autentiche di un’emozione, determinate dall’attivazione dei muscoli involontari, da quelle false, dovute all’azione intenzionale dei muscoli volontari del viso. Ekman ha dedicato allo studio delle espressioni facciali decenni e migliaia di ore di attenta osservazione di videoregistrazioni, ed è stato il primo a sviluppare un metodo esauriente e oggettivo per rilevarle e quantificarle; il risultato di questo imponente lavoro è The Facial Action Coding System (1978), un corso programmato, completo di manuale, software, fotografie e filmati illustrativi che insegna a descrivere e misurare qualsiasi espressione. Un vero e proprio corso per lie detector! Ekman sostiene che con un po’ di esercizio e dedicando tempo a guardare ed ascoltare con attenzione, osservando la comparsa degli indizi descritti nel libro, si può effettivamente migliorare nella stima della probabilità che l’interlocutore stia mentendo. Il programma di training è disponibile anche sul sito www.paulekman.com.

Se sperate invece che il libro vi sveli qualche trucco per mentire meglio, cascate male! A quanto pare saper mentire è un talento naturale, un’arte che non può essere appresa. A meno che non siate attori nati, ogni qual volta racconterete una bugia lascerete dietro di voi un’infinità di indizi inequivocabili! Fortunatamente per voi la gente di solito presta maggiormente attenzione proprio alle fonti meno degne di fede (es. le parole) anziché a quelle più affidabili (es. voce, corpo)lasciandosi trarre facilmente in inganno. Pertanto se ne avete appena raccontata una grossa, dormite pure sonni tranquilli! A meno che il vostro interlocutore non abbia seguito il training di Ekman, molto probabilmente la passerete liscia.
  

BIBLIOGRAFIA: 
  • Ekman, P. (1989) I volti della menzogna (titolo originale: Telling Lies. Clues to deceit in the merketplace, politics, and marriage). Firenze. Giunti Editore spa
  • Ekman, P. & Friesen, W.V. (1978) The Facial Action Coding System. Palo Alto, Consulting Psychologists Press
  • Paul Ekman, sito ufficiale. http://www.paulekman.com/

Pra se pensar ....

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Desespero anunciado Para que essa agonia exorbitante? Parece que tudo vai se esvair O que se deve fazer? Viver recluso na pr...