Composto in Cina nel IV secolo avanti Cristo, l’Arte della Guerra di Sun Tzu è uno dei più antichi trattati di tecnica militare e, al tempo stesso, il più prestigioso e influente testo di strategia del mondo.
Guerrieri, capi militari e uomini politici l’hanno apprezzato nel corso dei secoli; importanti scuole di management l’adottano in tutto il mondo, manager dell’industria e della finanza continuano a leggerlo, traendone un’inesauribile fonte d’ispirazione e meditazione.
Ma da dove deriva la forza, l’attualità, l’immortale fascino di quest’Opera?
Certamente da alcune peculiarità che la contraddistinguono, rendendola unica nel suo genere: la forte energia simbolica, la possibilità di studio ed esame a vari livelli, la chiave di lettura a multipla interpretazione.
Quello di manuale strategico, infatti, è solo un aspetto, il più visibile, ma non per questo il più profondo, di questo classico. In via generale, Sun Tzu non si limita a dare precetti per sconfiggere i nemici sul campo di battaglia, ma ci insegna a gestire i conflitti personali, quotidiani, in modo profondo e non distruttivo: come in guerra, anche nella vita di tutti i giorni, la migliore battaglia è quella che vinciamo senza combattere. La guerra, lo scontro, la competizione di forze, apparentemente riferibili al solo ambito militare, e dunque alla dimensione sociale e collettiva del vivere, in realtà, ad un più profondo esame, rimandano a una dinamica interiore, personale, propria di ciascuno di noi.
Per questo, le istruzioni contenute nell’Arte della Guerra vanno intese come precetti di profonda saggezza, applicabili a qualsiasi aspetto della realtà (interna ed esterna, soggettiva e oggettiva, individuale e sociale) che si presenti sotto la forma dinamica del conflitto.
Insegnamenti permeati dal pensiero fondante della filosofia orientale: quel principio dell’armonia tra gli opposti che, se crea continuamente polarizzazioni, tensioni, guerre, tende comunque a ricomporsi e a considerare il conflitto come un’eccezione, una violazione di quell’equilibrio naturale che dovrebbe trovare altri modi per sussistere.
Non a caso, proprio le prime parole dell’Arte della Guerra sono una severa messa in guardia contro qualsiasi impresa militare concepita e attuata alla leggera, oppure pensata come la via più breve per raggiungere un risultato:
“La guerra è di vitale importanza per lo stato, è materia di vita o di morte, una s
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