F. Chiereghin, Gli anni di Jena e la Fenomenologia (G.W.HEGEL). In C. CESA, ed., <
>, 26-37.
Nel testo l’autore cerca di mostrare che in Hegel il processo fenomenologico è fatto in sei momenti e le sue figure, tali figure si distinguono per i respettivi tipi di soggetti ed oggetti epistemologici: Coscienza, Autocoscienza, Ragione, Spirito, Religione e Sapere Assoluto. Dice ancora che nella Fenomenologia il momento è il principio generatore di un insieme di figure, accomunate tra loro dall’affinità con cui si presenta in esse l’opposizione della coscienza all’oggittività.
Il primo momento è quello della Coscienza. Questo momento della Coscienza è articolato nelle tre : certezza sensibile, percezione e intelletto. Ciò che accomuna queste figure è il carattere spiccatamente conoscitivo. Ciò che è caratteristico delle conoscenze è il peculiare rapporto all’oggettività: l’oggetto appare dotato sempre di un’esistenza independente e il suo venire sentito, percepito o compreso è qualcosa di accidentale che non intacca la natura della cosa; la coscienza si affatica intorno all’oggetto per impadronirsene, ma i suoi tentativi restano esterinseci e destinati al fallimento.
Il secondo momento della Fenomenologia è l’Autocoscienza: nell’autocoscienza io mi distinguo da me stesso, ma so che questa differenza non è una differenza reale, perché a partire da essa posso tornare a conchiudermi nuovamente in identità con me stesso. Mentre nella Coscienza il limite era rappresentato dall’oggettività esterna e independente rispetto alla coscienza, nell’autocoscienza il limite è interno a se stessa, la quale fa esperienza delle forme di alterità che può trovare in se stessa o in ciò che lo è identico per struttura, cioè in un’altra autocoscienza.
Il momento dell’autocoscienza contiene alcune delle figure più note della Fenomenologia. La prima figura è la vita, che presenta la determinazione fondamentale dell’appetito, si conclude o con la morte o con la sottomissione di una delle due, e allora l’autocoscienza si trasforma in coscienza infelice.
La coscienza infelice quando percepisce che le sue proprietà sono allienazioni si trasforma in Ragione, che è certa di potere se stessa in tutto ciò che è. Una certezza che è incapace di diventare verità: la natura come ragione osservativa; la ragione cerca il proprio apagamento sperimentando forme di rapporto e di unificazione con le altre autocoscienze; la ragione consuma le residue esperienze della propria incapacità a cogliere sé stessa nella realtà.
L’altro momento è quello del Spirito: con la realtà del mondo, storica concreta spirito vero (eticità greca – perdita dell’individualità); Spirito che si è reso estraneo a sé cultura – si educa all’universale; Spirito certo di se stesso (moralità) paradossi e paralisi dell’agire individuale: uscita nella rinuncia della coscienza alla pretesa di fare la propria singolarità come qualcosa di universale.
Momento Religione : la svolta di Hegel. È il modo come l’assoluto stesso rivela all’uomo la propria essenza e, tramite l’uomo, manifesta sé a se stesso ed è così autocoscienza. Religione naturale, artistica, disvelata (Cristianesimo).
Sapere assoluto: superare la scissione tra pensiero ed essere può ritornare circolarmente al proprio punto di partenza, aprendo la strada alla scienza; la chiave di lettura in questa direzione è offerta da Hegel nel modo più trasparente nel momento Religione. Essere, essenza e concetto costituiscono la progressione logica che matura all’interno delle figure fenomenologiche e lo stesso Hegel organizzerà la logica speculativa.
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