Michel de Montaigne classifica l’intolleranza come una
delle cose più terribile dell’umanità.
Nel nome della ricerca di cose e di protezione e nella sfrenata fame di
potere l’uomo costruisce delle realtà intolleranti e che macinano la tranquillità
dell’esistenza. Allora la politica diventa assoluta e le forme di governo
portano al massacro dell’altro e alla sua abiezione, chi comanda esercita una
vera dittatura sul comune e inferisce l’intolleranza verso chi non è dentro del
gruppo. Anche dal punto di vista dell’educazione si pratica l’intolleranza
quando escludendo il dialogo e la conversazione prende via l’intellettualismo e
la chiusura in una forma di conoscenza. Nel campo religioso è il dogmatismo a
portare l’intolleranza, la chiusura in un modo di esercitare la fede o la
marginalizzazione di quelli che non appartengono al gruppo. C’è ancora la
banalizzazione antropologico e l’indifferentismo culturale che possono portare
all’intolleranza, cioè da una parte vi sono i razzismi che rigettano o
disprezzano i diversi e dell’altra il menefreghismo sui valori o agli altri. Queste
realtà, di solito, quando si vedono minacciate o ferite nel proprio orgoglio
usano di violenza e di mezzi non molto ortodossi per raggiungere i propri
oggettivi, basta pensare le guerre religiose, i massacri di gruppo etnici o
sociali e la dittatura della tecnologia moderna. L’intolleranza trova nella sete
di potere e nella presunzione umana la sua fonte e la sua tenebrosa
spiegazione, perché l’intolleranza è l’incapacità di accogliere o rispettare l’altro
così come si è, così come una concezione dell’altro solo come possibilità di
sfruttamento o come minaccia alla mia stabilità, allora la paura porta ad agire
sempre con sfiducia o con difesa verso l’altro.
É a página de todos que acreditam na amizade e no seu poder de libertação e felicidade.É o lugar daqueles que percebem na amizade o fator de realização e perfeição. Quem vive a fazer o bem é feliz!
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