Oggi Gesù ci ha indicato sei verbi per vivere la nostra
missionarietà. Riflettiamo insieme:
PREGATE: cogliere la necessità, con gli occhi aperti e il
cuore disponibile.
ANDATE: la preghiera diventa azione, il Signore ti rende
capace di compierlo.
ENTRATE: farci vicini alle persone e alla loro vita. Un
farci accanto nell’amicizia e nel dialogo.
DITE: rendere ragione della propria speranza, annunciare il
Vangelo, nel coraggio e nella verità.
RESTATE: non un passaggio superficiale, che dice e poi non
mantiene ma una presenza continua, un amore fedele e costante.
CURATE: la presenza deve essere capacità di curare, di
liberare le persone, di aiutarle e non essere più sdraiate ma in piedi. Dove
passa un cristiano deve passare la guarigione, l’aiuto per un’umanità più piena
e felice, più autentica e libera.
DUNQUE:
La nostra vocazione di discepoli di Gesù si riassume in tre
atteggiamenti o impegni:
1.
Annunciatori della Parola: nasce dal
Signore stesso che ci chiama; si alimenta al contatto vivo e genuino con Dio
nella fede, nella grazia e nella preghiera.
2.
Serenità e coraggio: anche se immerso
nel rischio e nella persecuzione, il discepolo non deve mai lasciarsi tentare
dal fascino della violenza o dell’imposizione forzata. Si deve essere sempre
“agnelli”, cioè annunciatori di pace che
propongono e mai impongono. Deve evitare anche l’eccesso opposto, quello del
compromesso o dell’accomodamento.
3.
Proclamare nella povertà. Chi proclama
il vangelo deve essere distaccato dagli incubi economici e dalla preoccupazione
maniacale per il futuro, deve ricevere ciò che gli viene offerto e donare ciò
che ha ricevuto.
Il missionario è un pellegrino che cammina sotto il sole
cocente senza borse e bussa chiedendo ospitalità. Un operaio che lavora duramente
tutto il giorno e a sera attende la giusta ricompensa. Il volto del missionario
è delineato da Luca così: generosità, povertà, distacco, carità e fedeltà a
Dio. Gesù è il modello del missionario!
Il mio tempo in questa parrocchia posso definire in due
parole: conoscenza e accoglienza. E’ fondamentale perseguire una vita
continuamente orientata alla ricerca e conservazione di quella Conoscenza che è
Verità e, al contempo, alla costante ricerca dell’innovazione che è evoluzione
della conoscenza precedente. Questo significa non lasciarsi influenzare dai
miti, ideologie o paure.
Ritengo che vivere la fede è accogliere la Parola di
Qualcuno che vive, è incontrare una Persona. Accoglierla. Abbracciarla. O
meglio, lasciarsi abbracciare! Se vivere la fede si riducesse a seguire
un’idea, a spiegare una teoria, a difendere un’ideologia, a rispettare una
morale, a promuovere un progetto... sarebbe terribilmente noioso! Quando si
ama, non si ha voglia di stringere un teorema, ma una persona viva. Chi crede fa
l’esperienza strepitosa dell’essere incontrato, amato, abbracciato,
accompagnato. Questo è essere missionario, questo è essere cristiano. Ho
cercato di vivere così, non so si sono riuscito…, A quelli che ho ferito chiedo
perdono e a tutti GRAZIE!
Nenhum comentário:
Postar um comentário