L'OZIO
Travèt, impiegati di oscure multinazionali, ma anche di stimate banche e assicurazioni nazionali, dipendenti di ogni tipo di diavoleria distributiva, callcenteristi e gonfiati responsabili delle risorse umane di tutta italia e del mondo intero, se è possibile: vi prego! Leggete questo libro! questo sacro inno a non riempire un vuoto esistenziale con un altro vuoto: quello di un lavoro non amato, e di una schiaviù peggiore di quelle già vissute nella storia dell'uomo, perché più sottile e capillare, quella del lavoro modernamente organizzato. Hodgkinson ci mette in guardia dalla sterile ripetitività delle nostre giornate, strappate da un sonno ristoratore, brutalmente spese tra metropolitane, code chilometriche, pasti indigesti e costosissimi nei baretti peri-ufficio, pasti meno costosi ma comunque indigesti, nelle incubatrici fredde e macilente delle mense aziendali. Ci mette in guardia e ci esorta a non accettare più questo stato di fatto, che sembra immutabile, che sembra dato una volta per tutte, inventato da chi? quando? per soddisfare gli appetiti di produttività di chi? Attraverso una serie di citazioni e di rimandi storici all'era pre-industriale questo scrittore ci fa intravedere la possibilità di qualcosa di diverso per noi, che non sia "40 anni in azienda e poi faccio quello che mi piace": un'organizzazione del lavoro maggiormente flessibile, a misura d'uomo e dei suoi ritmi naturali che sono completamente sovvertiti da esigenze di carattere produttivo. Hodgkinson inanella una serie di bestemmie per l'intero mondo aziendale, e solo per questo andrebbe letto, perché dice qualcosa di impopolare e che per molti risulta solo utopico e ultra idealista, ma che invece ti fa entrare in testa un tarlo, un tarlo che lavora perché tu la smetta di lavorare come uno schiavo al servizio di una causa lontana da te quanto Saturno. Con questo libro cadono i richiami ipocriti alle mission aziendali, cadono le fette di mercato da conquistare, cadono le alzatacce che fanno tanto uomo virtuoso, cade tutta l'impalcatura messa su a dovere da anni e anni di consumismo spinto, che vuole il mondo popolato da lavoratori che non pensano e che spendono quello che guadagnano, e che ha relegato lo spazio dell'ozio, del pensiero e della libertà del proprio tempo solo agli artisti, anche loro sempre meno concentrati sulla qualità della loro produzione a dispetto della popolarità o del riscontro in termini di vendite. Certo, il lavoro dipendente fa schifo, d'accordo, ma come vivo se non lavoro?
Hodgkinson non è un visionario totale, è pur sempre un inglese, e non ci invita a lasciare di punto in bianco il nostro lavoro, anche se in più di un punto del libro vi ammicca, ma ci esorta a prendere spazi nostri, guadagnando meno, ma ottenendo in cambio tempo, calma, e benessere...
Source: http://it.shvoong.com/f/books/133012-ozio-stile-di-vita/#ixzz2SWKuaXsw
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