Autoaccettazione


Autoaccettazione



LA VERA GIOIA PARTE DALL'AUTOACCETTAZIONE
La vera gioia interiore parte dall'autoaccettazione.
Ho riconosciuto ben presto che, più si va avanti su quel cammino, più ci crediamo lontani dalla meta, così ora mi rassegno a vedermi sempre imperfetta, e trovo in ciò la mia gioia. (S.Teresa di Lisieux, dottore del Chiesa, Scritto autobiografico.)
La logica umana ci dice che chiunque si vede imperfetto e lontano dalla meta, tende a scoraggiarsi per tanti motivi. Non accetta profondamente la sua natura, i suoi fallimenti, i limiti che intravede. Si è proposto degli ideali che vorrebbe perseguire, ma sente pesantemente la sua impotenza nel realizzarli. Fa dei continui sforzi per rientrare in quell'ideale che si è costruito, ma invano. Non accetta di essere quello che è, si è eccessivamente proiettato in quell'ideale e la sua vita diventa un tormento, uno sforzo continuo di proiezione ed alienazione da se stesso.
Vita che trascorre scialba, malinconica e può sfociare nella depressione cronica. Le continue autoanalisi non fanno altro che ribadire i vecchi fallimenti, l'eterno senso di frustrazione che gli fanno perdere la gioia per la vita. Chi è scontento di se stesso, inconsciamente rischia di essere scontento degli altri, i cui difetti gli ricordano i suoi. Come può crescere l'amore verso Dio e gli altri in una persona siffatta? Può sinceramente amare Dio e il prossimo uno che non ama se stesso?
Innanzittutto bisogna far prendere coscienza di come Dio agisce verso l'uomo, e questo solo la Rivelazione può dircelo: il suo amore è senza limiti. Egli ama ciascuno di noi così come siamo perché tutti siamo sue creature, poste in essere dal nulla. Egli nota lo sforzo che facciamo per migliorare i nostri difetti e spesso interviene per aiutarci. Non possiamo dire che ami i suoi figli in gradi diversi. Ama ciascuno in modo speciale, perché ai suoi occhi siamo "speciali".
Ci vuole molto coraggio per accettarci così come siamo, nel prendere coscienza dei nostri difetti e nel cercare di migliorare . Spesso ci giudichiamo troppo : l'esame di coscienza rischia di intrappolarci nel nostro egoismo, nel pretendere una perfezione che ha bisogno dei suoi ritmi e dei suoi tempi. Questo Dio lo sa meglio di noi. Quando crediamo di essere migliori ai suoi occhi ciò può non essere vero. Quando ci crediamo peggiori, può darsi che invece per Lui stiamo progredendo. Il nostro metro di giudizio è veramente fallace.
Santa Teresina l'aveva ormai capito bene. Liberandosi dagli scrupoli, il suo slancio d'amore diventava più energico. Sapeva bene che un cuore contrito è gradito a Dio perché la vera contrizione non porta alla chiusura in se stessi, ma a confidare unicamente nella misericordia divina. Dio non delude chi confida in Lui, perché lo aiuta ad accettarsi profondamente, a non abbattersi di fronte alle difficoltà della vita spirituale.
Per quale motivo Teresina trovava la sua gioia nello scoprire in sé le imperfezioni? Il segreto sta nel suo profondo amore per Dio. Smettendo di giudicarsi entrava nel cuore dell'umiltà e Dio ama gli umili. Ogni imperfezione che scopriva lungo il cammino spirituale, la faceva sentire più bisognosa della misericordia divina. Perciò esclamava : sono un bambino che vive solo di latte!
Questo generava in lei gioia, la gioia di sentirsi amata così come era. La sua coraggiosa santità, esercitata tra le mura di un monastero, ha illuminato molti spiriti che hanno ritrovato la gioia di amare Dio e il prossimo perché hanno preso coscienza di essere da Lui infinitamente amati per quello che erano.

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