Solidarietà e vicinanza ai marittimi e ai pescatori
Conclusione dell’anno sociale con il cardinale Sodano
Il Circolo San Pietro
per la carità del Papa
Nel sessantesimo dell’anniversario della prima messa celebrata proprio nella cittadina bavarese
Intitolata a Benedetto XVI
una piazza a Traunstein
Nomina episcopale
Non sono gli attacchi dei pirati il
male peggiore per gli uomini di
mare. Quel che li ferisce di più è
l’assoluta noncuranza della maggior
parte dell’opinione pubblica per la
difficile situazione in cui vivono e
lavorano quotidianamente. Di loro,
delle loro problematiche non si parla mai se non nei casi di disastri o,
appunto, quando restano vittime
della pirateria. E nessuno si rende
conto di quanto sia invece indispensabile il servizio reso dai marittimi.
La Chiesa segue da vicino le vicende della gente di mare. Già agli inizi del 1920 fu avviata una particolare assistenza spirituale per loro. Ed
è in questa ottica che domani, 10 luglio, si celebra la Domenica del mare, un’iniziativa adottata proprio per
richiamare l’attenzione su questa vasta porzione d’umanità.
Per esprimere la continuità di
questa sollecitudine pastorale Benedetto XVI proprio domani incontrerà
a Castel Gandolfo, dopo l’Angelus,
una rappresentanza delle famiglie
che hanno parenti ancora oggi nelle
mani dei pirati in varie parti del
mondo. Li accompagnerà don Giacomo Martino, direttore nazionale
dell’Apostolato del Mare. Ci saranno Nicola Verrecchia, Nunzia Nappa, Libera Lubrano Lavatera, Cosma Cesaro, Teresa Anna Costagliola Di Fiore e Adriano Bon, che gli
racconteranno delle loro preoccupazioni e speranze.
Da parte sua il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e
gli Itineranti ha dedicato all’avvenimento un documento pastorale
«per accrescere la consapevolezza —
si legge nel messaggio a firma
dell’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, e dal vescovo Joseph Kalathiparambil, rispettivamente presidente
e segretario del dicastero — nelle comunità cristiane e nella società in
generale, di quanto sia indispensabile il servizio reso dai marittimi, e
per far conoscere il ministero che i
Cappellani e i volontari dell’Ap ostolato del Mare svolgono in numerosi porti del mondo».
Il beato Giovanni Paolo II non
mancò di esprimere la solidarietà e
la vicinanza della Chiesa a quanti
lavorano sul mare. Lo fece a Fano
(Ancona), il 12 agosto 1984, rivolgendosi ai marittimi e ai pescatori:
«La mia presenza oggi in mezzo a
voi — disse — vuole sottolineare che
la Chiesa vi è vicina, onora il vostro
lavoro, non di rado pericoloso e duro, conosce le vostre ansie e preoccupazioni, sostiene i vostri diritti,
consola le vostre solitudini e le vostre nostalgie».
Queste parole «rappresentano un
forte messaggio di speranza per i
circa 1,5 milioni di marittimi di oltre
100 nazionalità (due terzi dei quali
dai Paesi in via di sviluppo), che
quotidianamente rispondono alle
esigenze dell’economia globale trasportando il 90 per cento del commercio mondiale».
«In anni recenti — si nota nel documento — la criminalizzazione degli equipaggi a causa di incidenti
marittimi, l’abbandono in porti stranieri senza cibo e denaro, le nuove
restrizioni per scendere a terra, la
mancanza di sicurezza e protezione,
e i lunghi imbarchi hanno aggiunto
ulteriore stress e ansia non solo alla
vita di questi lavoratori, ma anche a
quella delle loro famiglie».
L’Apostolato del Mare conosce
molto bene le numerose situazioni
«disumane che ancora persistono
nel mondo marittimo e si schiera a
fianco della gente di mare per ribadire che i loro diritti umani e lavorativi devono essere rispettati». Ricordando la recente dichiarazione
sulla pirateria del 26 maggio 2011,
nel messaggio si sottolinea l’imp ortanza che il settore marittimo «lavori a stretto contatto con Governi,
organizzazioni internazionali e
agenzie di welfare per mettere in atto misure preventive al fine di garantire la sicurezza di queste persone. E, per assicurare ulteriore protezione a quanti lavorano sul mare, ci
rivolgiamo a tutti i Governi affinché
adottino quanto prima la Convenzione dell’Ufficio Internazionale del
Lavoro (Ilo) sul Lavoro Marittimo
(Mlc) 2006 e ne favoriscano l’entrata in vigore. Essa, altrimenti, avrebbe unicamente valore teorico, pur
restando uno dei risultati più significativi di tutta la storia dei diritti
dei marittimi».
Nella lotta per la giustizia nel
mondo marittimo, l’Apostolato del
Mare è guidato dai principi evangelici e dall’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa. «Le parole
— si sottolinea nel testo — con cui,
il 17 aprile 1922, Papa Pio XI a p p ro -
vava e benediceva le prime costituzioni e il regolamento dell’Ap ostolato del Mare, ci incoraggiano a
proseguire la missione “di espansione del ministero marittimo” affinché
l’Opera “raccolga la più abbondante messe di frutti di salute”». Infine,
l’arcivescovo Vegliò ha annunciato
la convocazione, a Roma, del XXIII
Congresso mondiale dell’Ap ostolato
del Mare, dal 19 al 23 novembre
2012, per riflettere sulle sfide poste
dai continui cambiamenti nel mondo marittim
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